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Ponte dell’Immacolata, undici milioni in fuga: quattro miliardi bruciati tra mercatini, piste da sci e città d’arte

Undici milioni di italiani e stranieri in movimento: mercatini, neve e terme spingono un giro d’affari in forte crescita rispetto al 2024

Ponte dell’Immacolata

Ponte dell’Immacolata, undici milioni in fuga: quattro miliardi bruciati tra mercatini, piste da sci e città d’arte

Il ponte dell’Immacolata si prepara a inaugurare la stagione turistica invernale con numeri che segnano una crescita significativa rispetto allo scorso anno. Secondo un’indagine di Cna Turismo e Commercio, anticipata all’ANSA, tra il 6 e l’8 dicembre (con prime partenze già da venerdì pomeriggio) saranno 11 milioni le persone in movimento lungo la penisola. Un flusso imponente che, tradotto in spesa diretta e indiretta, genera un giro d’affari stimato in quattro miliardi di euro.

Il dato, che supera nettamente quello del 2024, va letto anche alla luce del calendario: lo scorso anno l’8 dicembre cadeva di domenica, riducendo di fatto il margine del ponte. Questa volta, le tre giornate piene consentono una programmazione più ampia, sia per chi decide di allungare il weekend, sia per chi sceglie di visitare una sola destinazione. È un segnale che riflette un clima di fiducia crescente e la voglia di anticipare l’atmosfera natalizia immergendosi nei centri storici illuminati, nei borghi trasformati in scenari fiabeschi e nelle prime località alpine attive.

La ricerca stima circa 3 milioni di pernottamenti, ripartiti tra strutture alberghiere ed extra-alberghiere. La quota dei viaggiatori stranieri è particolarmente significativa: 1,75 milioni, prevalentemente attratti dalle città d’arte e dai mercatini di Natale, un elemento identitario della stagione turistica italiana. A questi si aggiungono 1,25 milioni di italiani, più inclini a muoversi verso borghi e destinazioni montane non troppo distanti dal proprio luogo di residenza.

Il quadro delineato da Cna Turismo racconta un’Italia che riscopre i suoi luoghi simbolo. Le città d’arte dominano ancora una volta la classifica delle preferenze, complici le temperature ancora miti, le grandi mostre in calendario e l’apertura anticipata dei villaggi natalizi. In parallelo, i borghi d’arte continuano la loro scalata come mete di prossimità, sostenuti da un’offerta culturale diffusa, da un’ospitalità più raccolta e da una crescente domanda di esperienze autentiche lontane dai circuiti più congestionati.

Ma a trainare il ponte non saranno solo luci e shopping. Le località sciistiche, nonostante l’incognita delle precipitazioni, registrano un buon livello di prenotazioni, favorite anche dall’avvio anticipato di alcuni impianti e da pacchetti promozionali rivolti alle famiglie. Un trend che conferma come il ponte dell’Immacolata rappresenti per molti l’occasione ideale per aprire la stagione sulle piste. Altrettanto promettenti i dati delle terme, scelte sia per il benessere sia come alternativa alle mete più affollate.

Le quattro miliardi di spesa stimati includono non solo alloggio e ristorazione, ma anche trasporti, acquisti nei mercatini, biglietti per musei e spettacoli, attività sportive e servizi di accoglienza. Un indotto che coinvolge una filiera ampia e diversificata, essenziale per molte economie locali. In particolare, le regioni del Centro-Nord — Emilia-Romagna, Toscana, Veneto, Trentino e Lombardia — si preparano a registrare l’impatto maggiore, mentre Sud e isole puntano soprattutto su meteo favorevole e offerte culturali.

Il ponte dell’8 dicembre, per il settore turistico, è la prima grande prova generale del Natale. Un test che quest’anno sembra partire sotto i migliori auspici, con un movimento di persone che non si vedeva dal periodo pre-pandemico e con una distribuzione equilibrata tra turisti italiani e internazionali. La capacità di intercettare questa domanda, spiegano gli operatori, sarà decisiva per consolidare i risultati e dare continuità alla stagione fino all’Epifania.

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