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04 Dicembre 2025 - 19:45
Il ceo ammette i fallimenti sulle previsioni EV, invoca una transizione più lenta e scommette su ibrido, Jeep e Ram in un mercato americano “più amico”
Stellantis va avanti “in linea con gli obiettivi”, ma per Antonio Filosa è tempo di rimettere mano alla strategia. Il ceo, intervenuto alla 17ª Annual Industrials & Autos Week di Goldman Sachs, ha tracciato un quadro tanto sincero quanto di rottura: l’azienda sta rispettando le guidance, sì, ma alcune scelte sull’auto elettrica erano basate su ipotesi rivelatesi “sbagliate”. Ora serve una correzione di rotta e un nuovo piano strategico, atteso entro giugno del prossimo anno.
Filosa non si nasconde. «Non possiamo commentare i risultati, stiamo chiudendo l’anno. Condivideremo i numeri al momento giusto. Posso dire che a fine novembre eravamo in linea con le guidance fissate per il 2025», premette. Poi guarda avanti: «Entro la metà del primo semestre 2026 ci sarà il Capital Market Day con la presentazione del piano strategico. Parleremo di tante cose, naturalmente anche del futuro dei brand. Ciascun brand ha una sua storia, una sua forza, un suo superpotere. Dobbiamo tornare a generare cassa, migliorare gli indicatori trimestre su trimestre». E sui dividendi si limita a una formula secca: «Deciderà il cda cosa fare».
Ma è sull’elettrico che il ceo affonda il colpo. «Alcune ipotesi si sono rivelate errate. Pensavamo che i veicoli elettrici a batteria negli Stati Uniti avrebbero raggiunto il 50% entro il 2030, il mese scorso era sotto il 6%. Anche in Europa non è al livello che avremmo voluto. Per questo abbiamo capito che era necessario cambiare la strategia basata su quelle ipotesi». Una resa dei conti che rimette tutto in discussione: investimenti, roadmap, obiettivi di produzione.

Sul tavolo c’è anche un messaggio diretto all’Europa. Filosa invita Bruxelles a rivedere una normativa che, a suo giudizio, corre troppo. «La nuova normativa europea dovrebbe mirare idealmente a una transizione energetica più graduale rispetto a quella attuale», dice, mettendo sullo stesso piano «salvaguardia dei posti di lavoro, protezione dell’ambiente e accessibilità del mercato». Tre elementi che, nella fase attuale, rischiano di essere incompatibili.
Gli Stati Uniti, invece, diventano il terreno più fertile. Filosa ricorda l’incontro avuto mercoledì con il presidente Trump e sottolinea la differenza normativa: «Le regole sono più market friendly, con nuovi standard allineati alla domanda di mercato. Per noi è una grande opportunità per volumi e mix». Da qui la decisione di puntare forte sulle motorizzazioni ibride, che stanno già dando riscontri immediati. «Abbiamo lanciato nuovi modelli e subito sono aumentati gli ordini, l'accoglienza è stata buona. Siamo in linea con gli obiettivi che ci eravamo dati. La quota è arrivata all’8% nel terzo trimestre e contiamo di crescere ancora».
Nel piano americano spiccano due cardini: Ram e Jeep, i marchi più profittevoli del gruppo negli Usa. «A fine mese arriverà la nuova Jeep Cherokee, un modello iconico, lo stiamo rilanciando e per molti versi è migliore rispetto alla precedente generazione», annuncia Filosa, convinto che la spinta sugli ibridi e sui modelli a maggiore marginalità possa dare la direzione giusta.
E mentre disegna lo scenario di un gruppo che cambia pelle, il ceo chiude con una battuta che tradisce tensioni e consapevolezza: «Cosa sarà cambiato tra un anno per Stellantis? Spero non il ceo».
Una sintesi efficace del momento: Stellantis va dritta verso un nuovo piano industriale, corregge gli errori sull’elettrico e sceglie gli Usa come motore della prossima fase. Il 2026, per il gruppo, sarà l’anno della verità.
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