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02 Dicembre 2025 - 23:12
Teksid Carmagnola, crisi senza fine: reparti fermi, cassa integrazione e allarme sicurezza
La Teksid Aluminium di Carmagnola, per decenni uno degli stabilimenti simbolo della componentistica piemontese, si trova nel momento più difficile della sua storia recente. La crisi non arriva all’improvviso, ma è il risultato di un lento deterioramento produttivo, organizzativo e tecnologico che negli ultimi mesi è esploso in tutta la sua gravità. A segnalarlo sono i lavoratori, i sindacati e ora anche la politica regionale, con un’interrogazione della consigliera del Partito Democratico Laura Pompeo, che parla apertamente di una situazione “insostenibile”.
Lo stabilimento, nato nel 1962 con la fonderia Ghisa e ampliato nel 1966 con quella Alluminio, è da sempre una presenza determinante per Carmagnola: oltre mille addetti fra dipendenti e interinali nei periodi di piena attività, produzioni strategiche come teste cilindri e basamenti motore in alluminio, competenze tecniche alte e una capacità produttiva che in passato superava le 36mila tonnellate l’anno. Un polo che, nonostante la certificazione IATF 16949 e gli investimenti per ridurre l’impatto ambientale, oggi appare schiacciato tra la crisi del settore endotermico e l’assenza di una strategia chiara da parte del gruppo Stellantis.
Gli ultimi mesi hanno aggravato ulteriormente un quadro già fragile. Le segnalazioni sindacali parlano di turni saltati, reparti paralizzati, impianti che si fermano improvvisamente, temperature interne giudicate “inaccettabili”, sistemi di ventilazione capaci di funzionare solo pochi minuti prima di spegnersi. Ad alimentare il caos è intervenuto il grave incendio della notte fra il 5 e il 6 ottobre 2025, che ha compromesso uno degli impianti fondamentali per la colata in gravità, mettendo fuori uso più della metà della capacità produttiva. Le conseguenze sono state immediate: stop alle linee, cassa integrazione per centinaia di lavoratori, contratti interinali sospesi, prospettive incerte sul ripristino degli impianti.

Una crisi industriale, ma anche sociale, che mette in allarme un territorio che per decenni ha trovato nella Teksid una delle sue principali fonti di reddito. Le famiglie chiedono risposte, i lavoratori temono di essere travolti dalla transizione verso l’elettrico senza un vero piano di riconversione. Il settore delle fusioni, tradizionalmente legato ai motori diesel e benzina, è infatti uno dei più colpiti dal calo della domanda del termico. E mentre altre aziende automotive si interrogano sul futuro, a Carmagnola – denunciano i sindacati – si procede “alla cieca”, tra dismissioni di macchinari e reparti che non riescono a lavorare in condizioni minime di sicurezza.
Di fronte a questo quadro la consigliera regionale Laura Pompeo ha presentato un’interrogazione per chiedere un intervento immediato della Regione Piemonte. “La situazione dello stabilimento Teksid Aluminium di Carmagnola è ormai insostenibile”, afferma. “Le denunce dei sindacati parlano chiaro: turni saltati, reparti fermi, condizioni di lavoro critiche e non conformi alle norme di sicurezza, temperature inadeguate e impianti di ventilazione che si spengono dopo pochi minuti. A tutto questo si aggiunge il grave incendio dei giorni scorsi con la conseguente sospensione delle produzioni e la cassa integrazione per centinaia di lavoratori. È necessario che la Regione intervenga immediatamente”.
Pompeo richiama l’attenzione anche su aspetti spesso meno visibili ma altrettanto delicati: la conformità degli impianti, la gestione delle ditte appaltatrici, la qualità dell’aria negli ambienti di lavoro, il rispetto delle norme per la sicurezza. “Non possiamo accettare che in un polo produttivo strategico per il Piemonte si lavori in condizioni ambientali giudicate inaccettabili. La tutela dei lavoratori e delle famiglie deve essere la priorità, insieme alla salvaguardia occupazionale”, sottolinea la consigliera.
Da qui la richiesta di utilizzare pienamente gli strumenti regionali: ASL, ARPA, Ispettorato del Lavoro, politiche per l’occupazione, tavoli di crisi e monitoraggi continui. “È indispensabile un coordinamento interistituzionale per affrontare una crisi che rischia di avere ricadute pesanti sull’intero tessuto socio-economico del territorio”, aggiunge Pompeo, ricordando come lo stabilimento sia parte di una filiera più ampia che comprende altri impianti piemontesi già in difficoltà.
La Teksid Aluminium è infatti uno dei nodi più vulnerabili della transizione dell’automotive: un settore che cambia rapidamente, una produzione ancora legata ai motori endotermici e un gruppo, Stellantis, che deve scegliere se investire in una riconversione o lasciare che un polo storico scivoli verso un lento ridimensionamento. L’interrogazione del PD punta proprio a evitare questo scenario, sollecitando la Regione a prendere l’iniziativa prima che la crisi diventi irreversibile.
Il territorio ora attende risposte. Nel frattempo, dentro la fabbrica, restano gli impianti fermi, i reparti danneggiati dall’incendio e la preoccupazione concreta di centinaia di famiglie. Una ferita aperta per Carmagnola e per l’intero comparto industriale piemontese.
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