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La Vuelta ha fatto guadagnare al Piemonte più del turismo estivo?

Una conferenza al Grattacielo Piemonte svela numeri e ritorni che spiegano perché la corsa spagnola sia diventata un affare per tutta la regione

Quando il ciclismo

Quando il ciclismo vale più dell’estate: la Vuelta che ha fatto guadagnare al Piemonte ciò che la stagione non offriva più

La Vuelta a España non è stata una semplice parentesi sportiva nel pieno dell’estate piemontese. Lo si è capito con chiarezza questa mattina, al Grattacielo Piemonte, dove una conferenza stampa affollata e densa di contenuti ha riportato al centro del dibattito ciò che è rimasto dopo il passaggio dei corridori: una scia di visibilità, afflusso turistico, valorizzazione territoriale e ritorni concreti per un sistema economico che, in pieno agosto, ha saputo cogliere un’opportunità rara. Moderato da Davide Balena, Responsabile Grandi Eventi della Regione, l’incontro ha riunito amministratori, tecnici e protagonisti del mondo sportivo per fotografare l’impatto reale della manifestazione.

A prendere la parola per primo è stato Andrea Tronzano, assessore regionale al Bilancio, che ha evidenziato come la corsa spagnola abbia funzionato da moltiplicatore per settori spesso considerati marginali nella stagione estiva, a partire dall’enogastronomia, capace di attirare visitatori lungo tutto il percorso. Nel suo intervento ha sottolineato la capacità del Piemonte di inserirsi nel calendario degli eventi internazionali non come semplice tappa logistica, ma come scenario narrativo, trasformando le salite, i borghi e le pianure attraversate in elementi di marketing territoriale.

L’analisi più attesa è arrivata dal professor Alberto Sardi, economista dell’Università di Torino, che ha illustrato i numeri ufficiali dell’indotto generato dalla Vuelta. I dati, presentati con rigore accademico, descrivono un movimento turistico significativo nelle giornate della corsa e nelle settimane successive, quando la copertura mediatica internazionale ha continuato a spingere l’interesse verso le località coinvolte. La presenza televisiva globale della Vuelta, ha spiegato Sardi, ha offerto al Piemonte una finestra promozionale che difficilmente potrebbe essere acquistata sul mercato pubblicitario tradizionale.

Molto atteso anche l’intervento di Charles Ojalvo, uno degli organizzatori della Vuelta, che ha ricordato l’alto livello di accoglienza registrato in Piemonte. Ojalvo ha posto l’accento sulla professionalità delle strutture coinvolte e sulla risposta dei cittadini, elemento spesso determinante nella scelta delle future collaborazioni.

Dal canto suo, Domenico Carretta, assessore allo Sport e ai Grandi Eventi del Comune di Torino, ha insistito sull’impatto culturale dell’iniziativa, non solo nei giorni della corsa ma anche nelle settimane di preparazione, durante le quali la città ha potuto sperimentare una nuova centralità come polo sportivo internazionale.

Infine, in un clima di entusiasmo composto, è intervenuto Fabio Aru, primo italiano a vincere la Vuelta, che ha ricordato quanto la vicinanza del pubblico piemontese abbia contribuito a dare intensità al passaggio della carovana. Le sue parole hanno riportato l’attenzione sul valore identitario del ciclismo, sport che vive nel rapporto diretto tra strada e comunità.

La cerimonia si è chiusa con la consegna della maglia ufficiale della Vuelta a ciascun Comune coinvolto: un gesto simbolico, ma capace di certificare la partecipazione condivisa a un evento che ha portato il Piemonte sotto i riflettori del mondo. Un ringraziamento finale è stato rivolto ai cittadini, riconosciuti come il vero motore dell’accoglienza, protagonisti di una festa collettiva che ha mostrato il volto migliore della regione.

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