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Anm, Parodi apre all’indulto e avverte sul clima del referendum: “Servono scelte coraggiose, non campagne contro la magistratura”

Il presidente dell’Anm interviene a Torino sul sovraffollamento carcerario e critica le narrazioni ostili nella battaglia politica sulla riforma

Anm, Parodi apre all’indulto e avverte sul clima del referendum: “Servono scelte coraggiose, non campagne contro la magistratura”

Anm, Parodi apre all’indulto e avverte sul clima del referendum: “Servono scelte coraggiose, non campagne contro la magistratura”

Le parole di Cesare Parodi, presidente dell’Associazione nazionale magistrati, pronunciate a Torino durante un evento della rivista La Magistratura, entrano in due dei temi più sensibili del momento: il sovraffollamento carcerario e il clima avvelenato attorno al referendum sulla riforma della giustizia. Parodi sceglie toni misurati, ma il messaggio è chiaro. Da un lato riconosce la necessità di un intervento straordinario sugli istituti penitenziari; dall’altro denuncia l’uso strumentale di episodi mediaticamente rilevanti per dipingere un’immagine distorta del corpo giudiziario.

Sulla situazione delle carceri il giudizio è netto: «Il sovrannumero è di più di 10.000», ricorda Parodi, e l’approssimarsi delle festività rende «ancora più delicata» una realtà in cui ogni anno crescono disagio, tensioni e inadeguatezza delle strutture. In questo contesto, un eventuale indulto, qualora il governo decidesse di proporlo, rappresenterebbe secondo il presidente dell’Anm una misura di «apertura» e «sensibilità», un segnale di attenzione verso una condizione ormai strutturalmente ingestibile. Parodi parla con prudenza, ma non elude il nodo politico: «Osserviamo con la massima attenzione il dibattito interno al governo», afferma, lasciando intendere che l’ipotesi è tutt’altro che astratta.

L’idea dell’indulto, però, non basta da sola. Per Parodi sarebbe solo una delle componenti di un intervento più ampio che dovrebbe coinvolgere la normativa sulla liberazione anticipata, gli strumenti generali di riduzione della pena e, soprattutto, un rafforzamento della magistratura di sorveglianza, oggi schiacciata da un carico di lavoro che ostacola valutazioni puntuali e tempestive. È un appello a guardare alle carceri non come a un’emergenza ciclica, ma come a un settore che richiede risorse, competenze e una volontà politica stabile.

Cesare Parodi

Se sul fronte penitenziario il presidente dell’Anm indica possibili soluzioni, sul capitolo della riforma della giustizia i toni si fanno più preoccupati. Parodi denuncia l’esistenza di «campagne di stampa» che, a suo giudizio, non mirano a un confronto sui contenuti ma a «presentare un’immagine particolarmente negativa della magistratura, speculando su situazioni di sofferenza dei singoli». Una critica rivolta a chi, nel dibattito pre-referendario, userebbe casi isolati o vicende individuali per orientare l’opinione pubblica su basi emotive, mettendo in secondo piano i temi istituzionali e i valori costituzionali in discussione.

Nonostante il clima, Parodi ribadisce che l’Anm non intende scendere «su questa tipologia di interlocuzione». Il punto, insiste, è salvaguardare «civiltà, chiarezza e trasparenza» in una fase in cui ogni parola può trasformarsi in un’arma politica. Per questo invita a evitare «argomenti strumentali» che rischiano di condizionare negativamente la valutazione dei cittadini su questioni tecniche e delicate.

Il doppio intervento di Torino fotografa così il ruolo del presidente dell’Anm in un momento di accentuata tensione istituzionale. Da una parte, Parodi apre alla possibilità di iniziative che allentino la pressione sulle carceri italiane, senza nascondere la gravità del contesto. Dall’altra, solleva un tema più ampio: la rappresentazione pubblica della magistratura in un confronto politico che si gioca sempre più spesso sui media e sempre meno su dati e analisi. In mezzo c’è un’istituzione, quella giudiziaria, che chiede di essere ascoltata senza essere trasformata in un bersaglio.

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