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Il Centro epilessia delle Molinette ottiene il riconoscimento di secondo livello: cosa significa per i pazienti piemontesi

La Lega italiana contro l’epilessia accredita la struttura come riferimento specialistico per l’età adulta, tra diagnosi complesse e terapie avanzate

Il Centro epilessia delle Molinette ottiene il riconoscimento di secondo livello: cosa significa per i pazienti piemontesi

Il Centro epilessia delle Molinette ottiene il riconoscimento di secondo livello: cosa significa per i pazienti piemontesi

Il Centro epilessia della Città della Salute di Torino, ospitato alle Molinette e afferente alla Neurologia 2 universitaria diretta da Leonardo Lopiano, entra ufficialmente tra le strutture italiane riconosciute dalla Lega italiana contro l’epilessia (LICE) come Centro di secondo livello per l’età adulta. Non è una definizione simbolica: questo passaggio colloca il servizio torinese in una fascia di specializzazione che prevede competenze elevate nella diagnosi e nella gestione dei casi più complessi, spesso resistenti alle terapie standard.

La LICE, che mappa a livello nazionale i centri con standard clinici e organizzativi particolarmente alti, distingue i livelli in base alle attività che le strutture sono in grado di garantire. Il secondo livello identifica quelle realtà che, oltre alla diagnosi, sono attrezzate per definire con precisione la tipologia delle crisi e delle sindromi epilettiche, monitorare i pazienti con forme non controllate o difficili da stabilizzare, impostare terapie farmacologiche con farmaci di seconda e terza linea, e valutare l’aderenza dei pazienti ai trattamenti prescritti. A questo si aggiungono indagini neurofisiologiche approfondite, essenziali nei percorsi diagnostici più articolati.

Nella cornice piemontese, il riconoscimento conferma un ruolo che la struttura già svolge da anni: la presa in carico di migliaia di pazienti provenienti da diverse province, con percorsi spesso complessi che richiedono il lavoro congiunto di neurologi, tecnici di neurofisiopatologia, psicologi, farmacologi clinici e professionisti di altre discipline. Un impegno che, nelle parole del direttore generale della Città della Salute Livio Tranchida, rappresenta «un importante e significativo riconoscimento» e allo stesso tempo una conferma dell’efficacia di un modello multidisciplinare che coinvolge anche collaborazioni interaziendali.

Molinette

Il riconoscimento arriva in un contesto in cui l’epilessia, nonostante i progressi scientifici degli ultimi decenni, rimane una patologia che porta con sé non solo una gestione clinica complessa, ma anche un peso sociale. Lo ricorda l’assessore regionale alla Sanità Federico Riboldi, che sottolinea come il lavoro delle Molinette sia rilevante anche per il contrasto allo stigma che accompagna ancora chi vive con una diagnosi di epilessia. Per la Regione, investire in strutture ad alta specializzazione significa garantire percorsi terapeutici più adatti ai diversi bisogni e offrire ai pazienti un sistema capace di sostenere diagnosi tempestive e trattamenti aggiornati.

Il valore del riconoscimento, al di là della definizione formale, sta nella capacità della struttura di rispondere a casi che richiedono attenzione continuativa e competenze specifiche. Nei Centri di secondo livello, la diagnosi non è un momento isolato ma un processo: dall’identificazione delle crisi alla loro classificazione, dal monitoraggio degli andamenti clinici alla scelta della terapia più adatta, spesso dopo fallimenti ripetuti dei farmaci di prima linea. In questo quadro, il ruolo delle indagini neurofisiologiche — elettroencefalogrammi prolungati, studi video-EEG, approfondimenti utili a distinguere forme epilettiche da disturbi che possono simularle — diventa centrale.

Per Torino e il Piemonte, la promozione a Centro di secondo livello rafforza una rete regionale che, negli ultimi anni, ha cercato di consolidare i collegamenti fra ospedali, ambulatori specialistici e servizi territoriali. Un sistema ancora in evoluzione, che si confronta con criticità note — tempi d’attesa, carenza di personale, necessità di potenziare i percorsi territoriali — ma che trova nelle Molinette un punto di riferimento riconosciuto anche a livello nazionale.

Sarà ora il Public Health Palliative Care International, come previsto nelle procedure, a monitorare per un anno le attività del Centro per verificare la coerenza con gli standard richiesti. Un passaggio tecnico, che però sancisce un impegno stabile nel tempo: mantenere alto il livello dell’assistenza e rispondere con competenze sempre aggiornate alle esigenze di una comunità di pazienti numerosa e diversificata.

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