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04 Dicembre 2025 - 15:06
Piemonte, parte il maxi-piano delle nuove capannine meteo: installata la prima stazione
La Regione Piemonte ha inaugurato nei giorni scorsi a Mondovì, nell’azienda agricola di Paolo e Valter Ghiglia, la prima di 400 nuove stazioni meteo-climatiche previste dall’accordo siglato a settembre con Gruppo Diagram, con il supporto della Fondazione Agrion. Un piano che punta a portare a oltre 500 unità la rete di monitoraggio regionale, presentato come un salto tecnologico decisivo per l’agricoltura piemontese.
L’assessore regionale Paolo Bongioanni ha rivendicato l’operazione come un tassello strategico: i nuovi dispositivi, ha spiegato, serviranno a raccogliere dati su vento, pioggia, bagnatura fogliare, umidità e suolo, informazioni destinate a confluire in una piattaforma digitale di supporto decisionale per irrigazione, uso di agrofarmaci e gestione delle colture. Secondo Bongioanni, la rete potenziata dovrebbe consentire al Piemonte di “diventare un riferimento nazionale nel monitoraggio climatico”.
La narrazione istituzionale, però, non esaurisce il quadro. L’investimento complessivo – non quantificato nel dettaglio nei comunicati – apre alcuni temi che gli agricoltori stanno osservando con attenzione: chi gestirà i dati? Con quali garanzie di trasparenza? Quale sarà l’impatto reale per le aziende più piccole, spesso frenate non tanto dalla mancanza di informazioni quanto dai costi di adeguamento tecnologico e dagli oneri burocratici dei disciplinari agricoli?

Bongioanni
Le capannine installate da Diagram saranno accessibili gratuitamente alle aziende ospitanti; in una fase successiva, i dati confluiranno nel sistema informativo della Regione, di Agrion e dei tecnici dei coordinamenti agricoli. Resta però aperto il tema della manutenzione futura e dei costi a carico del pubblico negli anni successivi, soprattutto considerando la capillarità di una rete che supererà le 500 stazioni.
Sul terreno, intanto, le installazioni procedono. Dopo Mondovì, nuove postazioni sono in arrivo in Valle Po (Sanfront e Paesana) e in Valle Varaita (Sampeyre); altre sono in allestimento a Garessio e Priola. La provincia di Cuneo sarà la prima a completare la rete, arrivando a 118 stazioni.
Conclusione prevista: febbraio 2026, una tempistica che, vista la mole degli interventi, non è priva di incognite.
Per Giacomo Ballari, presidente di Agrion, l’iniziativa è un “passo fondamentale” verso l’agricoltura di precisione. Ma il dibattito nel settore resta aperto: molti tecnici riconoscono l’utilità di reti di monitoraggio più fitte, ma sottolineano che il problema principale non è solo la misura dei parametri climatici — oggi già disponibili attraverso reti Arpa, stazioni private e servizi satellitari — bensì la traduzione dei dati in pratiche realmente applicabili, soprattutto in contesti dove le imprese agricole devono fare i conti con margini di redditività sempre più ridotti.
Lo stesso Bongioanni, nelle sue dichiarazioni, lega la svolta tecnologica al tema della “sostenibilità”, sostenendo che non si costruisce con vincoli o sanzioni, ma con strumenti operativi e previsioni più precise. Anche qui, però, il confronto con il mondo agricolo è meno lineare: molti produttori ricordano che le prescrizioni ambientali e fitosanitarie derivano da normative europee vincolanti, e che l’innovazione tecnologica rischia di non bastare in assenza di riforme strutturali su redditività, costi energetici e filiere di trasformazione.
Intanto, la rete cresce e il progetto va avanti. La Regione la presenta come una delle risposte all’impatto crescente degli eventi climatici estremi – gelate tardive, grandinate, siccità – che negli ultimi anni hanno colpito duramente vigneti, frutteti e seminativi piemontesi. Resta da capire quanto la nuova infrastruttura riuscirà a incidere concretamente sulla gestione agricola quotidiana e quanto, invece, si tradurrà in un ulteriore tassello nella complessa macchina dei monitoraggi regionali.
La tecnologia, insomma, è solo una parte della storia. Il resto dipenderà dalla governance dei dati, dai servizi che verranno costruiti attorno alle capannine e dalla capacità di sostenere davvero aziende che, ogni stagione, devono fare i conti con regole sempre più rigide e margini sempre più risicati.
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