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04 Dicembre 2025 - 13:00
Dalle cucine storiche ai passeggini: la Soms di Prascorsano si trasforma in micronido
A Prascorsano si sta chiudendo un capitolo lungo quasi un secolo e mezzo, mentre se ne apre un altro destinato a cambiare la vita quotidiana del paese e dei centri vicini. Lo stabile della Società Operaia di Mutuo Soccorso, uno degli edifici simbolo della comunità canavesana, sta per trasformarsi da luogo dove per decenni si sono cucinati e serviti i piatti più tipici della tradizione locale a micronido comunale destinato ai bambini da 0 a 2 anni.
I lavori di restyling sono iniziati nei giorni scorsi in via Villa 23, mettendo mano agli ambienti che fino a poco tempo fa ospitavano cucine, dispense e sale in cui si sono intrecciati generazioni, feste popolari, pranzi sociali e momenti di comunità. Un luogo vissuto, che ora viene riconvertito grazie a un finanziamento da 200 mila euro ottenuto dal Ministero dell’Istruzione nell’ambito dei fondi Pnrr per la rigenerazione di edifici pubblici da destinare a servizi educativi per la prima infanzia.
A guidare il progetto è il sindaco Piero Rolando Perino, che spiega come l’intervento sia soggetto a tempistiche rigide: «I tempi di esecuzione dei lavori sono molto ristretti, l’intervento dovrà essere ultimato entro il mese di marzo 2026». Una corsa contro il calendario che trova però un’amministrazione determinata a restituire alla comunità uno spazio pensato per i più piccoli e per le famiglie.
Il micronido – chiarisce il primo cittadino – sarà una struttura interamente comunale, come tutte quelle presenti sul territorio. I posti disponibili saranno dieci, un numero piccolo ma fondamentale per un’area che condivide con San Colombano Belmonte e Canischio non solo reti scolastiche e servizi, ma anche bisogni educativi. «Una percentuale di questi posti sarà riservata ai bambini dei Comuni limitrofi con cui condividiamo le scuole d’infanzia e primaria», aggiunge Perino. Resta aperto il tema della futura gestione, su cui la municipalità dovrà confrontarsi una volta completati i lavori.

La trasformazione della Soms non è soltanto una scelta amministrativa: è un passaggio che tocca l’identità stessa del paese. La sua storia comincia il 20 giugno 1878, quando un gruppo di cittadini fondò la Società di Mutuo Soccorso – Fratellanza Agricola Operaia. Allora non esistevano forme di previdenza pubblica: solo queste associazioni, nate dal basso e costruite sulla solidarietà, riuscivano – con mezzi spesso limitati – a sostenere le famiglie colpite da malattie, infortuni o difficoltà improvvise.
Il primo anno vide l’adesione di 150 soci, molti dei quali provenienti anche dai paesi vicini. La sede non c’era ancora: si affittò un locale per aprire uno spaccio di generi alimentari, riservato agli iscritti. Una piccola rivoluzione sociale, in un’epoca in cui la sopravvivenza quotidiana era spesso affidata alle reti informali della comunità più che allo Stato.
Con il passare del tempo, grazie alla prudenza e alla parsimonia dei suoi amministratori, la Soms prese in affitto ambienti sempre più grandi, dotati addirittura di un forno per la panificazione, segno di un’attività che cresceva e che guardava al benessere collettivo. Il sogno di una sede propria rimase irrealizzato per anni, finché non furono acquistati 3.000 metri quadrati di terreno nel centro del paese: lì sorse, nel 1905, l’edificio che oggi è oggetto della riconversione.
Per oltre un secolo la Soms è stata un punto di riferimento, prima come luogo di assistenza, poi come spazio di socializzazione e ristorazione, diventando uno dei locali iconici della tradizione gastronomica canavesana. Le sue cucine hanno servito piatti che sono parte della memoria collettiva della valle: il fritto misto, le carni stufate, le minestre delle feste, i dolci casalinghi preparati per le sagre. Generazioni di volontari hanno dedicato tempo e lavoro per mantenere vivo un patrimonio culturale che, pur cambiando forma, continua a sopravvivere nella comunità.
La decisione di trasformare lo stabile in un micronido rappresenta dunque una svolta storica, ma anche una continuità ideale con lo spirito originario della Soms: quello di servire il paese, rispondere ai bisogni delle persone, adattarsi alle trasformazioni sociali. Oggi, in un contesto in cui l’invecchiamento della popolazione convive con le esigenze delle nuove famiglie e in cui i piccoli Comuni devono reinventarsi per non perdere servizi essenziali, la scelta di investire in un nido da zero a due anni è una risposta concreta e necessaria.
La presenza di un micronido comunale significa offrire opportunità educative sin dalla primissima infanzia, sostenere il lavoro dei genitori, evitare che le famiglie siano costrette a rivolgersi a servizi lontani o più costosi. Per territori come il Canavese, dove i numeri demografici sono spesso in calo e i servizi rischiano di essere ridotti, ogni presidio educativo rappresenta anche una forma di presidio sociale.
Tra impalcature, progetti esecutivi e sopralluoghi tecnici, la sede della Soms si avvia dunque verso una nuova vita. Un edificio costruito nel primo Novecento, che ha attraversato guerre, crisi economiche, grandi trasformazioni sociali, ora si prepara ad accogliere bambini che appartengono a una nuova generazione. Nelle stanze dove un tempo si affettava carne, si contavano le porzioni e si servivano pranzi della tradizione, presto ci saranno tappeti colorati, giochi, libri e spazi studiati per la crescita e la cura.
Il Comune dovrà ora definire i criteri di accesso, le forme di gestione e le sinergie con le scuole dell’infanzia già presenti nel territorio, ma la direzione intrapresa è chiara: rigenerare, investire e offrire nuovi servizi senza dimenticare la storia di un luogo che, dal 1878 a oggi, non ha mai smesso di essere un riferimento per la comunità. Una storia che cambia, ma non si interrompe.
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