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Moncalieri chiede ai militari di aprire al tennis in carrozzina per sostenere la corsa paralimpica di Hegor Di Gioia

L’appello del sindaco Montagna a Mattarella, al governo e ai big del tennis per garantire tutele e sostegno economico all’atleta numero uno in Italia

Moncalieri chiede ai militari di aprire al tennis in carrozzina per sostenere la corsa paralimpica di Hegor Di Gioia

Moncalieri chiede ai militari di aprire al tennis in carrozzina per sostenere la corsa paralimpica di Hegor Di Gioia

Nella Giornata internazionale delle persone con disabilità, Moncalieri porta a Roma una richiesta che finora è rimasta senza risposta: aprire i gruppi sportivi militari anche agli atleti del tennis in carrozzina. L’appello arriva direttamente dal sindaco Paolo Montagna, che attraverso un messaggio pubblico si rivolge al presidente della Repubblica Sergio Mattarella, al governo, ai vertici dello sport italiano e ai campioni Jannik Sinner e Jasmine Paolini, chiedendo un sostegno concreto per realizzare il sogno paralimpico di Hegor Di Gioia, 40 anni, moncalierese, attualmente numero uno in Italia e 23° al mondo.

Di Gioia sta tentando la scalata ai primi dodici del ranking mondiale, posizione necessaria per accedere alle Paralimpiadi di Los Angeles 2028. Una corsa che richiede risorse, continuità e programmazione. L’ingresso in un gruppo sportivo militare gli garantirebbe tutela economica, previdenziale e organizzativa, offrendo un quadro stabile per affrontare costi di allenamenti, tornei e trasferte, oggi interamente a carico dell’atleta.

Al centro del discorso del sindaco c’è la legge 36 del 2021, che consente il tesseramento nei gruppi sportivi militari e nei corpi civili dello Stato anche per atleti con disabilità. Una norma che ha già permesso a campioni come Bebe Vio e Carlotta Gilli di ottenere il sostegno necessario per competere ai massimi livelli. Tuttavia, per il tennis in carrozzina la previsione normativa non ha ancora trovato applicazione: nessun atleta della disciplina è oggi inserito nelle strutture militari o civili dello sport pubblico.

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Montagna parla di un’occasione mancata, e di un’urgenza: evitare che la mancanza di strumenti adeguati comprometta la possibilità per Di Gioia di tentare la qualificazione più importante della sua carriera. Le parole sono dirette, ma restano nel perimetro istituzionale: l’appello è a “realizzare il sogno paralimpico” di un atleta che – sottolinea il sindaco – rappresenta un’eccellenza sportiva della città e dell’intero movimento nazionale.

L’iniziativa apre un tema più ampio, legato al funzionamento della legge, al ruolo dei corpi sportivi e alla capacità del sistema italiano di sostenere in modo uniforme tutte le discipline paralimpiche. La richiesta di Moncalieri è che la norma venga applicata anche nel tennis in carrozzina, eliminando un vuoto che finora ha escluso una categoria di atleti senza un motivo tecnico o normativo evidente.

Per Di Gioia, e per il suo percorso, questa potrebbe essere una svolta. Per il movimento paralimpico italiano, un test di credibilità: tradurre una legge in pratica, rafforzare l’uguaglianza tra discipline e impedire che un limite amministrativo diventi una barriera sportiva.

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