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Tagli ai fondi del Distretto del Commercio, Ascom: “Decisione grave, penalizzate 7.800 imprese torinesi”

Coppa chiede un intervento immediato dopo il no al finanziamento: sullo sfondo tensioni politiche e il rischio di un colpo al commercio di vicinato

Tagli ai fondi del Distretto del Commercio, Ascom: “Decisione grave, penalizzate 7.800 imprese torinesi”

Tagli ai fondi del Distretto del Commercio, Ascom: “Decisione grave, penalizzate 7.800 imprese torinesi”

Il caso esplode nel pieno di una fase già complicata per il commercio di prossimità. La presidente di Ascom Confcommercio Torino e provincia, Maria Luisa Coppa, interviene con toni duri dopo la decisione — sostenuta dal capogruppo della Lega in Consiglio regionale — di rigettare il finanziamento del Distretto del Commercio di Torino. Una scelta che, secondo Ascom, rischia di colpire direttamente 7.800 imprese del territorio.

Coppa parla di “decisione grave” e la critica arriva in un momento in cui l’associazione sta chiedendo da settimane maggiore attenzione per il comparto e misure immediate per sostenere attività che, tra costi fissi crescenti e consumi altalenanti, vivono una stagione complessa. Il giudizio della presidente è netto: «I Duc sono uno strumento di successo della Regione Piemonte, non può essere messo in discussione proprio su Torino».

Il modello dei Distretti del Commercio, costruito per rafforzare la competitività delle aree urbane, sostenere la rigenerazione dei quartieri e coordinare iniziative pubbliche e private, è considerato una best practice riconosciuta a livello nazionale. Per questo Ascom non accetta che la città capoluogo venga esclusa, parlando apertamente di una scelta che potrebbe essere frutto di logiche politiche o di tecnicismi burocratici che “non devono mai pesare sulle imprese”.

Nelle parole della presidente — definire il commercio di vicinato “un presidio fondamentale di qualità urbana, coesione e sicurezza” — c’è la denuncia di un rischio concreto: indebolire i Duc proprio mentre il tessuto urbano ha bisogno di essere accompagnato nella transizione tra nuovi consumi, digitalizzazione e rigenerazione dei quartieri. La richiesta è univoca: un intervento rapido della Regione per sanare una frattura che Ascom giudica ingiustificabile.

Sul fondo restano le tensioni tra politica regionale e associazioni di categoria, un tema che ciclicamente torna a emergere quando si parla di fondi e programmazione. L’esclusione di Torino, in particolare, apre un fronte sensibile: quello della capacità della principale città piemontese di mantenere un ruolo centrale nei piani di sviluppo commerciale e urbanistico della Regione.

La polemica è destinata a proseguire, con le imprese che attendono risposte e con la richiesta, avanzata da Ascom, di garantire stabilità e continuità a un sistema — quello dei Distretti del Commercio — che in questi anni ha dimostrato di poter fare la differenza.

Grattacielo della Regione Piemonte - Wikipedia

Palazzo della Regione Piemonte

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