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Sant’Anna verso lo scorporo, l’Associazione 194 Voci avverte la Regione: “Un danno per la salute delle donne”

Confronto in Regione tra attiviste, assessorato e consigliere: la maggioranza insiste sul nuovo assetto con il Regina Margherita

Sant’Anna verso lo scorporo, l’Associazione 194 Voci avverte la Regione: “Un danno per la salute delle donne”

Sant’Anna verso lo scorporo, l’Associazione 194 Voci avverte la Regione: “Un danno per la salute delle donne” (immagine di repertorio)

Un confronto teso, segnato da preoccupazioni chiare e richieste altrettanto precise. In Consiglio regionale del Piemonte, una delegazione dell’Associazione 194 Voci è stata ricevuta dalla segretaria dell’Udp Valentina Cera, alla presenza dell’assessore alla Sanità, Federico Riboldi, per discutere l’ipotesi di scorporo dell’ospedale Sant’Anna dalla Città della Salute e il suo accorpamento all’Azienda ospedaliera infantile Regina Margherita. Una scelta che il gruppo ritiene rischiosa, soprattutto per la medicina di genere e per la gestione delle patologie complesse.

Le rappresentanti dell’associazione, senza mezzi termini, hanno contestato l’operazione, giudicandola “un grave danno per la salute delle donne”. La loro posizione si fonda su un principio ribadito da anni nella letteratura medica: nei casi più delicati, il trattamento deve poggiare su un approccio multidisciplinare, che mal si concilierebbe – secondo la loro lettura – con una separazione del Sant’Anna dal sistema integrato attuale.

L’assessore Riboldi ha replicato cercando di rassicurare su tempi, finalità e struttura del progetto. Ha spiegato che il Sant’Anna sarà parte di una nuova azienda sanitaria insieme al Regina Margherita, mantenendo comunque una relazione stretta con gli altri presidi dell’Aou Città della Salute. Ha sottolineato che la collocazione del presidio non cambierà e che, una volta all’interno del futuro Parco della Salute, la riorganizzazione “rafforzerà la medicina di genere”, integrando percorsi dedicati con quelli pediatrici e del percorso mamma-bambino.

Le richieste di chiarimento non sono mancate. Sono intervenute Sarah Disabato del Movimento 5 Stelle, Nadia Conticelli del Partito Democratico e Alice Ravinale di Avs. Il dibattito ha messo in evidenza un nodo rimasto aperto: quali garanzie concrete esistono, oggi, perché la riorganizzazione non finisca per indebolire i servizi dedicati alla salute femminile?

Al termine dell’incontro, Cera ha annunciato la presentazione di un ordine del giorno che punta a tutelare medicina di genere, continuità dei percorsi clinici e integrazione dei servizi, in relazione a una riforma che continua a suscitare dubbi e che, nei prossimi mesi, sarà uno dei dossier più sensibili della sanità piemontese.

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