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Operai bloccano l’aeroporto di Genova con una pala meccanica: “Questo è il simbolo del lavoro, non le chiacchiere del Governo”

Ex Ilva, Ansaldo Energia e Fincantieri uniti per difendere la continuità produttiva di Cornigliano e chiedere certezze al governo

Operai bloccano l’aeroporto di Genova con una pala meccanica

Operai bloccano l’aeroporto di Genova con una pala meccanica: “Questo è il simbolo del lavoro, non le chiacchiere del Governo”

Una pala meccanica posizionata davanti al terminal arrivi, lo scalo paralizzato, i voli dirottati: è l’immagine che Genova ha scelto per costringere il Paese ad ascoltare la voce della sua industria. Lo stop all’aeroporto Cristoforo Colombo è stato deciso dai lavoratori ex Ilva, affiancati dagli operai di Ansaldo Energia e da una parte delle maestranze Fincantieri, in una giornata di mobilitazione che ha travolto viabilità, istituzioni e opinione pubblica.

La protesta ha un obiettivo dichiarato: difendere la continuità produttiva dello stabilimento di Cornigliano e denunciare ciò che i lavoratori definiscono una gestione incerta e pericolosa dell’ex Ilva. A sintetizzare la linea è stato Armando Palombo, delegato Fiom Cgil: «L’aeroporto è bloccato per mandare un messaggio alla nazione: l’industria a Genova non si tocca. Se i rotoli non arrivano da Taranto, noi non smobilitiamo». Parole che chiamano in causa direttamente il Governo e i commissari incaricati della gestione, accusati di non garantire una programmazione stabile.

Accanto ai metalmeccanici dell’ex Ilva si sono uniti gli operai di Ansaldo Energia, ieri in agitazione per la presunta volontà di spostare all’estero la produzione delle barre statoriche. La fabbrica è stata occupata per ore, in attesa di chiarimenti. In solidarietà sono arrivati anche i lavoratori Fincantieri, in sciopero: un fronte compatto che supera i confini delle singole vertenze e rimette al centro la tenuta del tessuto industriale genovese.

Il braccio di ferro non si è svolto solo allo scalo. A Cornigliano, infatti, resta attivo il blocco stradale: i camion dell’acciaieria, portati sul posto nelle prime ore del mattino, continuano a ostruire le vie principali. Un segnale chiaro: la protesta non è episodica, ma organizzata per durare.

Le rivendicazioni puntano a un punto essenziale: garantire che Genova continui a essere nodo produttivo del settore siderurgico. Per i lavoratori, interrompere o rallentare l’arrivo dei materiali dall’ex Ilva di Taranto significa compromettere posti di lavoro, continuità delle lavorazioni e prospettive per un intero quartiere. È questo il motivo per cui, al di là dei simboli scelti, la mobilitazione di ieri assume una dimensione politica e sociale che vuole superare i confini cittadini.

La presenza congiunta di ex Ilva, Ansaldo Energia e Fincantieri racconta una Genova che non accetta una marginalizzazione industriale e che, attraverso gesti clamorosi come il blocco dell’aeroporto, rivendica il diritto a essere parte di un percorso chiaro, trasparente e garantito. I lavoratori chiedono certezze, non promesse; fatti, non annunci. Per loro, la pala meccanica non è solo un mezzo: è il simbolo di ciò che chiedono al Paese di riconoscere, cioè che senza lavoro vero nessuna città può guardare al futuro.

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