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Rivara inaugura la Panchina Rossa davanti a Villa Ogliani: un simbolo vivo contro la violenza sulle donne

Un arredo storico recuperato, le voci della comunità e la forza delle nuove generazioni: la cerimonia del 25 novembre racconta un paese che sceglie memoria e responsabilità

Rivara inaugura la Panchina Rossa

Rivara inaugura la Panchina Rossa davanti a Villa Ogliani: un simbolo vivo contro la violenza sulle donne

Rivara ha scelto di fermarsi, guardarsi negli occhi e mettere un segno. Davanti a Villa Ogliani, sede del Municipio e luogo centrale della vita cittadina, da oggi c’è una Panchina Rossa che non è solo un arredo urbano, ma un richiamo persistente alla memoria delle donne uccise e alla lotta contro ogni forma di violenza. L’inaugurazione, organizzata in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, ha raccolto cittadini, amministratori e giovani in un momento di sobrietà e partecipazione.

La panchina porta con sé una storia di cura. È stata infatti recuperata e restaurata dal consigliere Elio Vuono, che le ha ridato dignità trasformandola in un simbolo. Un gesto semplice, ma denso, perché restituisce valore a un oggetto del passato e lo proietta in una battaglia che riguarda l’intera comunità. L’assessora alla Cultura Marisa Basolo, visibilmente emozionata, ha spiegato il senso dell’intervento: «Abbiamo scelto di dare nuova vita a un arredo storico del nostro paese, elevandolo a emblema di una cultura della non violenza. Ogni gesto, grande o piccolo, è un mattoncino fondamentale per costruire un presente e un futuro liberi dalla paura».

Accanto a lei il sindaco Maurizio Giacoletto, che ha ribadito come il progetto rappresenti un impegno concreto dell’Amministrazione: un segno, sì, ma soprattutto una presa di posizione pubblica. Il taglio del nastro è stato affidato a Rebecca Viteritti, la più giovane tra gli amministratori comunali, scelta non casuale. Nel suo ruolo ha incarnato l’idea che siano soprattutto le nuove generazioni a dover raccogliere e rilanciare una cultura del rispetto e della responsabilità.

Viteritti ha letto la poesia Se non torno di María Torres Cáceres, un testo che attraversa dolore, paura e speranza, e che ha reso la cerimonia ancora più intensa. Parole che non lasciano indifferenti e che hanno ricordato ai presenti quanto la violenza sulle donne non sia mai un fatto lontano, ma una ferita che attraversa famiglie, comunità e territori.

Prima di concludere l’evento, il sindaco Giacoletto, l’assessora Basolo e i consiglieri Bianco, Viteritti e Vuono hanno rinnovato l’impegno dell’Amministrazione, definendo la Panchina Rossa «un monito vivo e permanente, una chiamata all’azione e al rispetto che deve accompagnarci ogni giorno. Il nostro desiderio più grande è un mondo dove nessuna donna debba mai più vivere violenza di alcun tipo».

La panchina resterà lì, davanti al Municipio, visibile a tutti. E sarà proprio questa visibilità quotidiana — all’uscita dalla scuola, passando in bicicletta, accompagnando un parente agli uffici — a renderla ciò che deve essere: un simbolo che non si consuma, un promemoria che non sbiadisce, un invito costante a una comunità intera a non voltarsi mai dall’altra parte.

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