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Askatasuna verso il riconoscimento come bene comune, esplode la polemica: Ravello attacca il Comune di Torino

Per l’esponente FdI la scelta premia un’occupazione storica e ignora violenze e tensioni legate al centro sociale

Il centro sociale askatasuna

Il centro sociale askatasuna

Il dibattito politico attorno al futuro di Askatasuna si accende nuovamente dopo l’avvio, da parte del Comune di Torino, delle procedure per la trasformazione del centro sociale in bene comune. A intervenire con toni durissimi è il consigliere regionale di Fratelli d’Italia Roberto Ravello, che parla di una scelta istituzionale inaccettabile e di un cedimento davanti a chi, a suo giudizio, avrebbe costruito la propria identità politica su pratiche illegali.

«Il Comune di Torino decide di premiare chi ha occupato illegalmente per anni uno stabile pubblico, trasformando Askatasuna in un presunto bene comune. È un capolavoro di resa istituzionale: invece di ristabilire la legalità, Lo Russo consegna un attestato di legittimità a chi ha costruito la propria storia su scontri, devastazioni e odio verso le forze dell'ordine», afferma Ravello, criticando apertamente la decisione dell’amministrazione.

Il consigliere regionale Roberto Ravello

Secondo il consigliere, gli scontri registrati durante il No Meloni Day e l’arresto di un manifestante riconducibile al centro sociale avrebbero dovuto produrre un segnale opposto. «Gli ultimi episodi del No Meloni Day, con violenze gravissime e un arrestato legato proprio ad Askatasuna – dice Ravello – avrebbero dovuto imporre una reazione ferma. Invece il Comune si inginocchia davanti a chi disprezza le regole. Nessuno sgombero, nessun ripristino della legalità. Anzi: pulizie, riordino e un progetto che trasforma un luogo simbolo dell'illegalità in una realtà istituzionalmente riconosciuta. Un'assurdità che offende cittadini, commercianti, lavoratori e soprattutto le Forze dell'ordine che da anni fronteggiano le stesse frange estremiste».

Ravello annuncia che il suo partito continuerà la battaglia politica contro questa scelta. «Fratelli d’Italia continuerà a denunciare questa scelta scellerata, perché lo Stato non arretra: arretrano solo amministrazioni deboli e incapaci di far rispettare le regole», conclude il consigliere, chiamando in causa direttamente l’esecutivo cittadino e la linea adottata dal sindaco.

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