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Cronaca

Albero bruciato in periferia, la rabbia esplode sui social: «Scemi, str**zi, schifosi»

Un rogo doloso scatena l’indignazione a Montanaro e non solo: decine di commenti contro i vandali

Albero bruciato

Albero bruciato in periferia, la rabbia esplode sui social: «Scemi, str**zi, schifosi»

Un albero vivo, verde, in salute ridotto in cenere da un gruppo di idioti. Non c’è altra parola per definirli. È successo giovedì sera, intorno alle 20, alla periferia di Montanaro, in strada Cascina Bertetti, dove ignoti hanno dato fuoco a un albero ancora vitale. Un gesto gratuito e codardo che ha scatenato una valanga di rabbia sui social.

A denunciare l’accaduto è stato un cittadino, scrivendo: «Era un albero vivo ma qualche stupido ha pensato che fosse giusto ucciderlo. A quelle persone auguro di andare all'inferno, dove ci sono tutte le fiamme che tanto bramano». Parole che sono diventate la miccia di una bufera di indignazione collettiva.

Nei commenti, la gente non si è trattenuta. C’è chi ha scritto che bisogna «piantare alberi, non bruciarli, scemi», e chi ha definito gli autori del gesto semplicemente «stronzi». Altri si sono spinti oltre, augurando ai vandali di «bruciare, a cominciare dai piedi fino alla testa». E ancora: «Incoscienti, villani, maleducati», «pezzi di merda», «un paese di pirla oramai».

C’è chi ha commentato con sconforto: «Non ci sono parole», o con amarezza: «In fatto di rimbambiti non facciamo invidia a nessuno... ne abbiamo per tutti i gusti». Parole dure, ma che rivelano quanto profondo sia il senso di frustrazione per la stupidità umana.

La vicenda, avvenuta in una zona periferica ma non isolata, fa riflettere sull’ennesimo episodio di vandalismo ambientale che colpisce piccoli centri dove la gente si conosce, si saluta, e dove un albero rappresenta ancora un pezzo di memoria collettiva. Non si tratta di una bravata: è un atto doloso, compiuto da qualcuno che non ha rispetto né per la natura né per la comunità in cui vive.

Il problema non è solo la mancanza di controlli. È la mancanza di coscienza civica. È il senso di impunità che permette a chiunque di devastare l’ambiente senza pensarci due volte. E mentre i cittadini si arrabbiano, chi dovrebbe intervenire sembra guardare altrove.

In fondo, la rabbia dei commenti non è soltanto sfogo: è la voce di una comunità stanca, che non vuole rassegnarsi a vivere in un paese dove la stupidità brucia anche ciò che cresce, silenziosamente, da anni.

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