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Scabbia alla Casa di Riposo Umberto I di Cuorgnè: arriva il comunicato ufficiale

Dopo 14 casi a Rivarolo, la struttura di via Perrucchetti 7: nessun contagio, comunicato della presidente Bertone

Scabbia alla Casa di Riposo Umberto I di Cuorgnè

Scabbia alla Casa di Riposo Umberto I di Cuorgnè: arriva il comunicato ufficiale

In tempi in cui una voce infondata può diventare notizia nel giro di poche ore, la Casa di Riposo Umberto I di Cuorgnè ha deciso di intervenire con chiarezza. Nessun focolaio, nessun contagio, nessuna emergenza sanitaria. A fronte dei rumors che nelle ultime ore hanno iniziato a circolare sui social e nelle chat locali, la direzione della storica Rsa di via Perrucchetti 7 ha diffuso una nota ufficiale per smentire con decisione ogni ipotesi di scabbia all’interno della struttura.

“La struttura di Cuorgnè non è interessata dalla scabbia né da qualsiasi altra malattia infettiva”, si legge nel comunicato firmato dalla presidente Sara Bertone, che ha parlato a nome della direzione e del consiglio di amministrazione. Un messaggio secco, senza margini di interpretazione, nato con l’obiettivo di arginare le fake news e “le chiacchiere fuorvianti” che rischiano di danneggiare la reputazione di un presidio storico del territorio.

La presa di posizione arriva in un contesto di forte attenzione sanitaria, a pochi giorni dalla notizia dei 14 casi accertati di scabbia alla Casa di Riposo San Francesco di Rivarolo Canavese — sei tra gli ospiti e otto tra gli operatori. Un episodio che, com’era prevedibile, ha generato preoccupazione nel Canavese, alimentando una serie di voci e supposizioni sulle altre strutture assistenziali della zona, tra cui quella di Cuorgnè.

Proprio per evitare che il sospetto si trasformasse in allarme, la presidente Bertone ha voluto ribadire la massima trasparenza e il costante monitoraggio sanitario che caratterizzano l’attività della Rsa: “Gli ospiti vengono seguiti con continuità lungo tutto il percorso assistenziale e sanitario, grazie a un confronto costante tra le diverse figure professionali”. Un’affermazione che sottolinea l’impegno quotidiano del personale e l’attenzione verso la sicurezza degli anziani, soprattutto in un momento in cui le strutture per la terza età sono nuovamente sotto osservazione.

Dietro la scelta di comunicare pubblicamente la smentita, c’è anche la volontà di difendere il valore dell’informazione corretta, ricordando che la diffusione di notizie non verificate può provocare danni concreti — alle persone, alle famiglie e alla credibilità delle istituzioni. Nel campo della salute, una parola di troppo o un messaggio non verificato possono trasformarsi in un’onda di panico.

Da qui l’appello implicito, ma chiaro, della direzione dell’Umberto I: verificare prima di condividere. La serenità di una comunità passa anche dalla responsabilità con cui si parla di salute, e la trasparenza, in questi casi, è la migliore forma di prevenzione.

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