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01 Ottobre 2025 - 13:33
Mediterraneo senza tregua: dal 2014 oltre 32.700 morti o dispersi, nel 2025 già 9.000 minori soli arrivati via mare
Dal 2014 ad oggi, più di 32.700 persone risultano morte o disperse nel Mar Mediterraneo. Un numero che trasforma in statistica quella che è, a tutti gli effetti, la più grande tragedia umanitaria europea contemporanea. Lo ricorda Save the Children, a pochi giorni dal dodicesimo anniversario del naufragio del 3 ottobre 2013 al largo di Lampedusa, quando persero la vita 368 persone.
Solo nel 2025, spiega l’organizzazione, il mare ha già inghiottito oltre 1.200 vite, mentre sulle nostre coste sono arrivati 50.098 migranti, di cui 9.156 minori non accompagnati: bambini e adolescenti che affrontano il viaggio senza alcuna protezione familiare. Una percentuale che cresce e che preoccupa: il 18% del totale degli arrivi, contro l’11% dell’anno precedente.
Save the Children mette al centro proprio la condizione dei più vulnerabili, denunciando come le politiche restrittive dell’Unione Europea e dei singoli Stati membri abbiano reso il cammino ancora più precario e pericoloso. Le frontiere europee, secondo l’organizzazione, sono ormai luoghi segnati da violenze e respingimenti illegali, anche nei confronti dei minori. “È inaccettabile che gli interessi nazionali prevalgano sulla tutela dei diritti dell’infanzia”, sottolinea Giorgia D’Errico, direttrice relazioni istituzionali di Save the Children, rilanciando l’urgenza di percorsi di accoglienza e inclusione adeguati.
L’appello non riguarda solo la fase dell’accoglienza a terra. L’organizzazione insiste sulla necessità di un sistema strutturato e coordinato di ricerca e soccorso in mare, che operi nel rispetto del diritto internazionale e che garantisca lo sbarco in porti sicuri. Senza vie regolari e sicure di ingresso in Europa, spiegano, le persone continueranno a consegnarsi ai trafficanti, affrontando traversate mortali.
Quest’anno, ancora una volta, Save the Children partecipa alle attività del Comitato 3 ottobre a Lampedusa, con laboratori rivolti a studenti italiani e stranieri e con il coinvolgimento del Movimento giovani di Save the Children, che racconteranno l’esperienza sui loro canali social. Sarà anche il momento per rilanciare il grido che accompagna l’organizzazione da oltre un secolo: i diritti dei bambini e delle bambine sono diritti umani.
Il Mediterraneo resta una frontiera di morte. I numeri fotografano una realtà che supera le emergenze contingenti e chiama in causa la responsabilità collettiva dell’Europa: decidere se continuare a contare corpi sulle onde o costruire canali di accesso legali e sicuri.
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