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Torino, protesta dei collettivi pro Palestina contro la nuova rettrice dell’Università

Manifestanti bloccati davanti alla Cavallerizza Reale, tensioni con la polizia durante l’insediamento di Cristina Prandi

Torino, protesta dei collettivi pro Palestina

Torino, protesta dei collettivi pro Palestina contro la nuova rettrice dell’Università

Il giorno dell’insediamento ufficiale di Cristina Prandi come nuova rettrice dell’Università di Torino è stato accompagnato da una manifestazione studentesca che ha portato tensione e slogan politici davanti alla Cavallerizza Reale, dove si teneva la cerimonia. Una cinquantina di giovani, in gran parte appartenenti al collettivo Cambiare Rotta, si sono mossi in corteo da Palazzo Nuovo fino a via Verdi, aprendo il corteo con uno striscione che recitava: «Per la Flotilla, per la Palestina blocchiamo tutto! Sfiduciamo rettrice, Bernini e governo».

Gli slogan scanditi lungo il percorso sono stati chiari: “Boicotta Israele”, hanno urlato i manifestanti, contestando quella che a loro dire è una continuità di rapporti e collaborazioni scientifiche tra l’ateneo torinese e istituzioni israeliane. Una volta giunti davanti alla Cavallerizza, il tono si è ulteriormente alzato: «O esce la rettrice o entriamo noi. Mentre lei festeggia dietro lo schieramento di polizia, continua la collaborazione con Israele e state difendendo un genocidio», hanno gridato, accusando l’università di non prendere le distanze dal conflitto in Medio Oriente.

L’area era già presidiata dalle forze dell’ordine in assetto antisommossa, che hanno blindato l’accesso in via Verdi per evitare che il gruppo potesse irrompere all’interno della cerimonia. Dopo alcuni momenti di tensione, il corteo si è trasformato in presidio, con i manifestanti che hanno continuato a intonare cori e a distribuire volantini, denunciando la politica del governo e l’atteggiamento degli organi accademici.

Il riferimento diretto è andato anche alla ministra dell’Università Anna Maria Bernini, inserita dai collettivi nello stesso calderone di critiche che hanno colpito la rettrice appena insediata e il governo nazionale. La parola d’ordine è stata quella della “sfiducia”, non solo verso la figura istituzionale universitaria, ma verso l’intero assetto politico che, a giudizio dei manifestanti, legittima e rafforza la cooperazione con Israele.

Il contesto della protesta non è casuale: da mesi, in diversi atenei italiani, i collettivi universitari hanno dato vita a mobilitazioni analoghe, contestando i rapporti con università e centri di ricerca israeliani, nel quadro della campagna internazionale di boicottaggio accademico. Torino, già teatro nei mesi scorsi di occupazioni e sit-in, si conferma dunque epicentro di un movimento che intreccia temi locali e internazionali, portando dentro i riti accademici una contestazione che guarda alla guerra a Gaza e alle sue ricadute politiche.

Per la nuova rettrice Prandi, che ha appena raccolto il testimone alla guida dell’Università, l’avvio del mandato si intreccia così con una prima prova di tenuta sul fronte della dialettica interna e delle contestazioni. La cerimonia all’interno della Cavallerizza si è svolta regolarmente, ma fuori l’atmosfera è rimasta accesa, con cori che hanno scandito per tutta la mattinata le accuse contro ateneo, governo e politica internazionale.

La protesta non ha registrato scontri, ma la presenza imponente delle forze dell’ordine ha fotografato un clima potenzialmente esplosivo. I collettivi hanno già annunciato che le iniziative non si fermeranno, rivendicando il diritto a portare la questione palestinese dentro le istituzioni accademiche italiane.

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