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Elezioni 2026 a Venaria: centrodestra unito su Giulivi, mentre l’opposizione chiede le dimissioni

Forza Italia e Lega ufficializzano il sostegno a Giulivi per il 2026, ma l’opposizione lo accusa di aver perso il controllo della città

Elezioni 2026 a Venaria: centrodestra unito su Giulivi, mentre l’opposizione chiede le dimissioni

Elezioni 2026 a Venaria: centrodestra unito su Giulivi, mentre l’opposizione chiede le dimissioni

Fabio Giulivi si ricandida. A meno di un anno dalle elezioni amministrative del 2026, il sindaco uscente di Venaria Reale incassa l’endorsement ufficiale di Lega e Forza Italia. Ma mentre i vertici nazionali e regionali dei due partiti rilanciano il suo nome come simbolo di continuità e buon governo, in città la situazione politica è tutt’altro che serena. Le opposizioni, da qualche giorno a queste parte, ne chiedono apertamente le dimissioni. Il Consiglio comunale dell'altra sera è saltato di nuovo per mancanza del numero legale. Ma procediamo con ordine. 

Tornando all'endorsement, il primo a rompere gli indugi è stato Roberto Rosso, senatore di Forza Italia e vicesegretario regionale del partito in Piemonte. «Fabio Giulivi ha dimostrato in questi anni di essere un amministratore capace, concreto e vicino alla sua comunità – afferma Rosso – ha affrontato con serietà e metodo le sfide del territorio, costruendo passo dopo passo un percorso solido e apprezzato dai cittadini. La sua ricandidatura rappresenta un punto di continuità naturale. Quando un sindaco lavora bene, è giusto che possa portare avanti i progetti avviati. In politica servono persone affidabili e credibili, e Giulivi ha dimostrato di esserlo».

Parole simili arrivano anche da Alessandro Benvenuto, deputato della Lega e Questore della Camera: «Fabio Giulivi ha lavorato bene, con serietà e visione. È giusto che il suo impegno prosegua anche nella prossima consiliatura. I cittadini sanno riconoscere chi ha governato con responsabilità. Giulivi ha dimostrato di essere all’altezza».

Fabio Giulivi sindaco di Venaria

Il messaggio è chiaro: per i partiti del centrodestra la ricandidatura di Giulivi nel 2026 è una certezza. Nessuna ipotesi alternativa, nessun nome nuovo. La priorità è dare continuità all’attuale esperienza amministrativa.

Ma mentre a Roma e a Torino si disegnano strategie e si preparano le liste, a Venaria il presente racconta un’altra storia. Quella di un’amministrazione allo stremo, incapace perfino di garantire la regolare tenuta del Consiglio comunale.

L'altra sera, ancora una volta, la seduta è saltata per mancanza del numero legale. Non c’erano abbastanza consiglieri della maggioranza. Uno spettacolo che si ripete da mesi, a testimonianza di una crisi interna che ormai non può più essere negata. 

Il gruppo consiliare di opposizione “Venaria al Centro – La Tua Lista Civica” va all’attacco. In un comunicato firmato dai consiglieri Andrea Accorsi e Andrea Dei, si parla apertamente di «fine della Giunta Giulivi» e si chiede «le dimissioni immediate del sindaco». «La Giunta Giulivi è arrivata al capolinea» – scrivono – «la città è paralizzata, il Consiglio comunale è bloccato, e le sedute vengono convocate e poi annullate come se fosse tutto normale. Ma non lo è. Questo è il fallimento politico e amministrativo di un sindaco che ha perso la sua maggioranza e non ha più alcuna legittimità per governare».

A peggiorare ulteriormente il quadro, ci sono le ombre su Viale Buridani, il cantiere finanziato con 5 milioni di euro del PNRR.

Secondo l’opposizione, i lavori sarebbero iniziati prima del rilascio ufficiale del subappalto e in assenza di trasparenza sulle modifiche progettuali. Come se non bastasse, il cantiere sarebbe stato contaminato da amianto, e il sindaco avrebbe informato solo dopo una sollecitazione pubblica. Accorsi e Dei, che peraltro fino all'anno scorso erano in maggioranza, parlano apertamente di «gravi irregolarità», e annunciano che sono già state inviate segnalazioni formali alla Procura della Repubblica, alla Prefettura e all’ANAC, l’Autorità Nazionale Anticorruzione.

Non solo Viale Buridani. I due consiglieri denunciano anche «convocazioni consiliari confuse», «pubblicazioni irregolari sull’albo pretorio», e «ostacoli all’accesso agli atti». Uno dei passaggi più critici è il racconto dell’ultima seduta, dove – a detta dell’opposizione – il Segretario generale avrebbe chiesto ai consiglieri come procedere, in un clima di disordine istituzionale totale.

Nonostante tutto, Giulivi tira dritto. Forte del sostegno della Lega e di Forza Italia, si prepara al bis.

Ma a quale prezzo?

«Avrebbe dovuto dimettersi già a metà mandato» – scrivono Accorsi e Dei – «quando anche una parte della sua maggioranza chiedeva un cambio di passo. Ma ha preferito ignorare tutto e tirare avanti. Forse è davvero giunto il momento che Giulivi prenda atto del proprio fallimento e torni serenamente al suo lavoro presso l’Ordine degli Architetti».

Il conto alla rovescia è iniziato. Manca meno di un anno alle elezioni amministrative del 2026. Il centrodestra ha scelto la strada della continuità, puntando tutto su Giulivi. Ma intanto la città assiste, attonita, a un’amministrazione che non riesce nemmeno a riunirsi in Consiglio. Il rischio, per Giulivi, è che l’investitura dall’alto non basti a cancellare il malcontento che cresce dal basso. E che i prossimi dodici mesi si trasformino in un lungo e faticoso logoramento, tanto per lui quanto per la città.

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