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12 Luglio 2025 - 13:02
Il piccolo con la famiglia al Regina Margherita di Torino
È stato salvato un bimbo di soli otto mesi nato con un solo ventricolo cardiaco proveniente dal Bangladesh, presso l’Ospedale Infantile Regina Margherita della Città della Salute e della Scienza di Torino. È arrivato a Torino dopo un viaggio di 7500 km un piccolo paziente di otto mesi portatore di una gravissima cardiopatia congenita, a causa della quale si era sviluppato solo uno dei ventricoli cardiaci.
Eppure il piccolo, nato ad ottobre in Bangladesh, era miracolosamente sopravvissuto a questa situazione incompatibile con la vita. Quando i medici locali si erano resi conto che, contro ogni previsione, quando tutti avevano ormai già accettato l’ineluttabile, pur passando i giorni il bimbo sopravviveva, hanno contattato il dottor Alessio Pini Prato (Direttore della Chirurgia pediatrica dell’ospedale di Alessandria), con il quale avevano rapporti pregressi, e, tramite lui, la Cardiologia e Cardiochirurgia Pediatrica dell’Ospedale Regina Margherita di Torino.
Da allora è partita una corsa contro il tempo per consentire ai genitori di ottenere i visti indispensabili per venire in Italia e per organizzare il percorso di cura. Il viaggio aereo, particolarmente rischioso considerate le condizioni cliniche del bimbo, è stato organizzato da Flying Angels Foundation, che, oltre ad averne coperto i costi, ha garantito anche la presenza di presidi medici che potessero sostenere il piccolo paziente durante il volo.
L'ospedale infantile Regina Margherita
All’arrivo a Torino la famiglia è stata assistita dai volontari dell’Associazione Amici Bambini Cardiopatici, che, oltre a mettere a disposizione un appartamento e ad occuparsi di tutte le esigenze, con una raccolta fondi ad hoc ha coperto interamente i costi delle spese sanitarie. Il piccolo, ricoverato presso l’Ospedale Infantile Regina Margherita di Torino, ha quindi eseguito una serie di accertamenti da parte dei cardiologi della Cardiologia pediatrica (diretta dalla dottoressa Chiara Riggi) e quindi sottoposto con successo ad un delicato intervento cardiochirurgico dall’équipe della Cardiochirurgia pediatrica (diretta dal dottor Carlo Pace Napoleone), entrambe le Strutture facenti parte del Dipartimento di Patologia e Cura del Bambino “Regina Margherita” (diretto dalla professoressa Franca Fagioli). La mancanza di uno dei due ventricoli presenti nel cuore solitamente viene trattata con tre interventi chirurgici, il primo subito dopo la nascita, il secondo intorno ai 6 mesi ed il terzo a circa 4 anni.
Il piccolo paziente è riuscito miracolosamente a sopravvivere senza poter eseguire il primo intervento. Nel Centro torinese è stato sottoposto direttamente al secondo intervento previsto, che consiste nel deconnettere una delle vene che arriva al cuore e indirizzarne il flusso di sangue direttamente nei polmoni, in modo che possa ossigenarsi senza passare all’interno del cuore, dove si sarebbe mescolato con quello arterioso.
Nel contempo è stato necessario anche rimuovere una parte di tessuto all’interno del cuore per migliorare il flusso del sangue al suo interno. Per eseguire l’intervento, durato circa 6 ore, è stato necessario l’utilizzo della macchina per la circolazione extra-corporea che ha tenuto in vita il bimbo durante la fase centrale dell’operazione. Dimesso in ottime condizioni dopo alcuni giorni, ora è seguito ambulatorialmente in attesa di rientrare in Bangladesh. Un risultato raggiunto grazie ad una cordata di aiuti che ha strappato alla fine certa un bimbo così piccolo, ma già così coraggioso da lottare fino alla fine senza arrendersi. Una bella storia che conferma il ruolo di riferimento dell’Ospedale Regina Margherita e la sua capacità di prendersi cura di tutti i bambini che hanno bisogno, soprattutto se ai problemi di salute si affiancano quelli legati al Paese di provenienza. Realmente quindi un “Ospedale dei Bambini del mondo”, come lo ha definito alcuni giorni fa il Presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio, accogliendo alcuni bimbi provenienti da Gaza.
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