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Lupi, danni e propaganda: risarciti tutti gli allevatori nel 2024, ma il Piemonte resta senza un piano

Bongioanni annuncia rimborsi da 444mila euro per 172 aziende agricole, ma intanto la presenza del lupo cresce e il problema resta irrisolto

Lupi, danni e propaganda

Lupi, danni e propaganda: risarciti tutti gli allevatori nel 2024, ma il Piemonte resta senza un piano. In foto: l'assessore Bongioanni

I rimborsi arriveranno, ma il problema resta. La Regione Piemonte ha annunciato il risarcimento integrale delle 172 richieste presentate nel 2024 da aziende agricole colpite da predazioni da lupo e altri grandi carnivori. Una cifra tonda: 444.203 euro, spalmata su tutto il territorio piemontese, con la provincia di Cuneo che, da sola, totalizza oltre l’80% dei fondi erogati.

A darne notizia è l’assessore regionale Paolo Bongioanni, che, oltre a guidare l’Agricoltura, somma su di sé anche Commercio, Turismo, Sport, Caccia e Parchi. In una nota ufficiale, l’assessore ha rivendicato di aver recuperato 24.202 euro da economie residue, permettendo così di finanziare anche le 12 aziende escluse dalla prima tornata, seppur dichiarate idonee. Una mossa utile, certo. Ma che non basta a coprire le falle di una gestione complessiva del fenomeno che resta emergenziale, affidata a bandi, rincorse e fondi-tampone.

Il lupo in Piemonte non è più un'eccezione. Negli ultimi anni, complice la rinaturalizzazione di intere aree alpine e collinari, la sua presenza è cresciuta esponenzialmente, portando con sé un aumento di predazioni, in particolare su pecore, capre e vitelli. Le soluzioni messe in campo dalla Regione si muovono su due binari: prevenzione e ristoro. Recinzioni elettrificate, cani da guardiania come il Maremmano Abruzzese o il Cane dei Pirenei, rifugi per i pastori, dissuasori acustici e visivi. Ma, di fatto, sono ancora misure lasciate all’iniziativa dei singoli allevatori, spesso soli davanti a un fenomeno difficile da arginare.

Colpisce la sproporzione geografica dei fondi: su 444mila euro, ben 354.686 sono finiti in provincia di Cuneo (107 domande). Torino segue con 59.047 euro (42 domande), poi a distanza Biella, Vercelli, Alessandria, e le briciole alle restanti province. È evidente che il problema è più intenso in determinate zone, ma questa distribuzione fotografa anche un dato politico: chi si organizza meglio, porta a casa i soldi. E non sempre chi ha più bisogno è anche quello più strutturato per fare domanda.

Bongioanni ha annunciato che “nei prossimi giorni” verrà pubblicato il nuovo bando 2025, “con risorse ancora maggiori”. Intanto però l'UE ha declassato il livello di protezione del lupo, aprendo teoricamente alla possibilità di nuove strategie di contenimento, magari anche abbattimenti controllati. Ma qui tutto resta congelato in attesa: nessun piano organico, solo annunci e pezze messe all’ultimo momento.

A livello nazionale, il tema è già spaccato: ambientalisti da una parte, allevatori dall’altra. In Piemonte il dibattito resta tutto nelle mani della Giunta, che preferisce parlare di bandi e milioni piuttosto che affrontare una questione delicata, impopolare e politicamente rischiosa. Per ora ci si accontenta dei rimborsi, come se qualche migliaio di euro bastasse a compensare le notti in bianco e le greggi decimate.

Perché finché i lupi ci saranno – e ci saranno – servirà ben più di un comunicato stampa per gestire la convivenza tra pastori, predatori e propaganda.

Immagine di repertorio

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