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Boom di giovani in agricoltura: 50mila under 35 scelgono la terra per il loro futuro

Dal grano alle fattorie didattiche, cresce la nuova generazione di imprenditori agricoli: ma ostacoli e vincoli frenano il vero ricambio generazionale

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Boom di giovani in agricoltura: 50mila under 35 scelgono la terra per il loro futuro

In un’Italia sempre più alle prese con la crisi del lavoro giovanile, c’è un settore in silenziosa ma costante rinascita: l’agricoltura. Secondo i dati diffusi da Coldiretti durante la premiazione degli Oscar Green al Villaggio Coldiretti di Udine, sono 50mila i giovani agricoltori under 35 attualmente attivi nelle campagne italiane. Una vera e propria rivoluzione verde e generazionale, guidata da sostenibilità, multifunzionalità e voglia di riscatto.

Le regioni più dinamiche sono tutte del Sud: Sicilia in testa con 6.100 aziende agricole giovanili, seguita da Puglia (5.000) e Campania (4.800). In un’Italia spaccata tra incertezza economica e fuga dei cervelli, questa generazione di agricoltori rappresenta un serbatoio di idee, competenze e innovazione, capace di ridefinire non solo il lavoro nei campi, ma anche il ruolo stesso dell’impresa agricola.

Il settore più amato è quello dei cereali (16%), seguito dalla coltivazione di ortaggi (13%), allevamento e vitivinicolo (entrambi all’11%), e olio d’oliva (9%). Ma a rendere unico questo nuovo modello di agricoltura è l’approccio multifunzionale: i giovani agricoltori non si limitano alla produzione, ma trasformano, vendono direttamente, aprono fattorie didattiche, agriasili, attività sociali e paesaggistiche, dando vita a imprese ibridate tra produzione, cultura, accoglienza e inclusione.

Un fenomeno che sta cambiando anche la percezione pubblica del mestiere: secondo Coldiretti, il 74% degli italiani sarebbe felice se figli o nipoti lavorassero in agricoltura. Non più un ripiego, ma una scelta di vita, con solide basi etiche e una visione proiettata al futuro.

Ma non tutto è roseo. A ricordarlo è Enrico Parisi, delegato nazionale di Coldiretti Giovani: “Il ritorno in campagna è ostacolato da un eccesso di burocrazia, che rappresenta una tassa occulta per le imprese agricole. A questo si aggiungono le imposizioni derivanti dalle politiche green, spesso calate dall’alto senza tener conto delle realtà territoriali, e le difficoltà di accesso al credito per chi vuole avviare un’attività da zero”.

Il ricambio generazionale, seppur in atto, rischia di rallentare se non verranno semplificate le procedure, agevolato l’accesso ai fondi europei e garantiti percorsi formativi adeguati a una nuova figura professionale: quella dell’agricoltore-innovatore, capace di coniugare il sapere della tradizione con la tecnologia, la sostenibilità ambientale con quella economica.

In un’epoca in cui si parla tanto di futuro verde, autonomia alimentare e valorizzazione del territorio, il dato di 50mila giovani agricoltori è più di una speranza: è la prova concreta che, con le giuste condizioni, la terra può ancora attrarre, crescere e trasformare.

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