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Rivoluzione in parrocchia a Settimo Torinese: via Mignani da Mezzi Po, arrivano Marino e Bortone

Dal primo settembre cambia la geografia ecclesiale settimese: il Cardinale Repole ridisegna gli incarichi. Mignani lascia la guida ma resta come collaboratore, Bertoldini e Botero Gomez in uscita, Marino nuovo parroco in solido. A Mezzi Po arriva Bortone

Don Antonio

Don Antonio

Cambia il volto della Chiesa settimese. Cambiano i nomi, cambiano le parrocchie, ma soprattutto cambiano le dinamiche interne di una comunità ecclesiale che si prepara ad affrontare una nuova stagione pastorale sotto il segno della razionalizzazione e della condivisione. A stabilirlo è monsignor Roberto Repole, Cardinale di Torino, che ha annunciato un massiccio riassetto di parroci, vicari e collaboratori attraverso un comunicato ufficiale della Cancelleria arcivescovile, datato 15 maggio 2025.

A essere interessata in maniera particolarmente significativa è proprio Settimo Torinese, dove tra rinunce, nuove nomine e trasferimenti, il panorama parrocchiale cambierà radicalmente.

Don Paolo Mignani

A partire dal 1° settembre 2025, la parrocchia di San Guglielmo Abate in frazione Mezzi Po vedrà il congedo di don Paolo Mignani, che ha rassegnato le dimissioni da parroco. Una figura amata e radicata nella comunità, che però non scomparirà del tutto: don Mignani resterà collaboratore parrocchiale non solo della stessa San Guglielmo, ma anche delle parrocchie di San Giuseppe Artigiano, Maria Madre della Chiesa, San Pietro in Vincoli e San Vincenzo de’ Paoli. Un ruolo più agile, meno istituzionale, ma ancora presente.

A sostituirlo nella funzione di amministratore parrocchiale e legale rappresentante a Mezzi Po sarà don Antonio Bortone, già parroco in solido delle stesse quattro parrocchie cittadine citate sopra. Bortone raccoglie dunque un incarico supplementare, confermando la tendenza dell’Arcidiocesi a concentrare più funzioni nelle mani di sacerdoti di comprovata esperienza, capaci di gestire realtà complesse e composite.

Ma non finisce qui. A rafforzare l’organico pastorale settimese arriverà anche don Antonio Marino, trasferito dal Canavese — dove ha guidato le comunità di Nole e Villanova Canavese — alle quattro parrocchie già assegnate a Bortone. Anche lui sarà parroco in solido, andando così a formare una vera e propria “squadra” pastorale con Mignani e Bortone. Una scelta che punta sulla collegialità e su una nuova forma di gestione condivisa, ormai sempre più necessaria per fronteggiare la diminuzione del numero di sacerdoti e la crescita delle esigenze spirituali in una città in continua espansione come Settimo.

Ufficializzato anche il commiato di due figure di riferimento che negli ultimi anni hanno segnato profondamente il cammino delle parrocchie settimesi: don Stefano Bertoldini e don Martin Augusto Botero Gomez, rispettivamente alla guida di Maria Madre della Chiesa e San Giuseppe Artigiano, lasceranno il loro incarico. Per ora non si conosce la destinazione futura dei due sacerdoti, ma la loro uscita rientra nel quadro dei “prossimi trasferimenti” comunicati dalla Diocesi e sarà ufficializzata nelle settimane a venire.

L’intero riassetto si inserisce in una strategia di ridefinizione territoriale da parte dell’Arcidiocesi, che mira non soltanto a rispondere a esigenze organizzative, ma anche a rilanciare un progetto di Chiesa più dinamica, cooperativa, meno vincolata ai singoli edifici parrocchiali e più orientata alla pastorale d’insieme.

Il nuovo assetto presenta vantaggi evidenti — soprattutto in termini di sinergie e razionalizzazione — ma non sarà privo di sfide. Le comunità parrocchiali dovranno abituarsi a una presenza sacerdotale più distribuita, a un modello meno verticale e più corale, dove le singole figure non saranno più identificabili in modo univoco con una singola parrocchia, ma agiranno in costante raccordo tra più comunità.

Un esperimento, forse una necessità, che mette Settimo Torinese in prima fila nel laboratorio della Chiesa del futuroimmaginata da monsignor Repole: una Chiesa che cambia non per moda, ma per vocazione; che si rinnova non per sopravvivere, ma per servire meglio. E chissà che, tra cambi di casacche, collaborazioni inedite e un pizzico di inevitabile nostalgia, non nasca davvero qualcosa di nuovo anche nella quotidianità dei fedeli settimesi.

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