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21 Aprile 2025 - 11:07
Papa Francesco
"Il Papa se n'è andato nell'Anno della Speranza, il Giubileo che aveva tanto desiderato. Ora è davanti al Signore ed era questa la sua grande speranza, che Francesco ha cercato di condividerci: la notizia che un giorno saremo tutti nell'abbraccio di Dio".
A parlare è il cardinale Roberto Repole, arcivescovo di Torino e vescovo di Susa, dopo la morte del Pontefice.
Siamo nei giorni della Pasqua, che ieri Francesco ha ancora celebrato con noi. Nel grande dolore per la morte, ma anche nella fiducia dell'abbraccio tenerissimo di Dio – prosegue Repole – le Chiese di Torino e Susa, la Chiesa piemontese dove il Papa aveva le sue radici, pregano per Francesco con affetto e tanta riconoscenza per avere speso la vita, tutta la sua vita lunga e generosa, ad annunciare la gioia del Vangelo".
Il Cardinale Roberto Repole
"È una gioia senza eguali, 'Evangeli gaudium': viene dalla notizia che Gesù è risorto e perciò il mondo, questo nostro mondo così difficile e violento, non sarà sconfitto dal male. Il Papa Francesco – sottolinea così l'arcivescovo di Torino – ha cercato di comunicare l'amore di Dio con ogni mezzo e ad ogni latitudine, l'ha fatto con parole semplici che tutti potevano comprendere: ha spiegato ai potenti della Terra e agli ultimi, ai poveri, alle persone scartate, che il volto di Dio è innanzi tutto Misericordia e questo volto è in grado di cambiare il nostro cuore, può addirittura cambiare il corso della storia. Speranza, Misericordia. Come suonano diverse, queste parole – prosegue Repole – di fronte alle regole imperanti della guerra e della sopraffazione! Basta prenderle sul serio. Credo che sia per questo messaggio mite e sorridente che il Papa è stato tanto amato dagli uomini e dalle donne del nostro tempo, anche da chi non crede; per questo messaggio è stato riconosciuto come riferimento fondamentale negli equilibri internazionali".
"Nelle ore dell'addio, vorrei – conclude il cardinale – che raccogliessimo le parole che il Papa ci ha lasciato in consegna. Le terremo nel cuore. Porterò, io personalmente, il ricordo grato dell'amicizia che mi ha legato a Papa Francesco, la coscienza delle responsabilità che mi ha affidato, l'immagine – a me carissima – del giorno in cui volle incontrare i miei genitori e la mia famiglia con tanto affetto e semplicità. Soprattutto porterò, spero che porteremo tutti, il ricordo di un uomo che ha creduto e ha testimoniato il Vangelo".
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