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La Tonda Gentile in crisi: parte il piano triennale per salvare l’eccellenza piemontese

Ricerca genetica, agricoltura sostenibile e nuove difese contro funghi e siccità: così la Regione punta a restituire produttività alla nocciola più pregiata d’Italia

La Tonda Gentile in crisi

La Tonda Gentile in crisi: parte il piano triennale per salvare l’eccellenza piemontese (foto di repertorio)

Tre anni per salvare una delle eccellenze più preziose dell’agroalimentare piemontese. È questo l’obiettivo del progetto “Nocciola Tonda Gentile produttiva”, presentato oggi a Torino dalla Regione Piemonte e affidato alla Fondazione Agrion, con un finanziamento di 750mila euro e una visione che unisce interventi immediati e strategie di lungo periodo.

La Nocciola Tonda Gentile trilobata Igp è un simbolo del Made in Italy agricolo conosciuto in tutto il mondo, ma da almeno tre anni vive una crisi profonda: produzione dimezzata, impianti vecchi, fitopatie aggressive, nuovi parassiti e l’impatto devastante del cambiamento climatico, con punte di calo del 90% in alcune zone dell’Astigiano.

«Il 2024 sarà un annus horribilis – ha detto l’assessore regionale Paolo Bongioanni –. Per questo servono azioni tempestive e una ricerca ambiziosa». Il piano si sviluppa su due assi principali: da una parte un vademecum operativo che, già entro fine aprile, fornisca indicazioni puntuali agli agricoltori per affrontare la stagione in corso; dall’altra, un percorso scientifico strutturato, in collaborazione con il Centro Corilicolo Sperimentale di Agrion e l’Università di Torino, per irrobustire geneticamente la Tonda Gentile e studiare nuove tecniche agronomiche, difese biologiche e sistemi di irrigazione avanzati.

A lanciare l’allarme erano stati gli stessi produttori: il settore copre 28.000 ettari in Piemonte, coinvolge quasi 8.000 aziende agricole e genera un fatturato annuo di circa 80 milioni di euro. Ma l’equilibrio economico è sempre più precario: la media decennale di resa è scesa a 12-13 quintali per ettaro, e il disciplinare Igp, per molti, è troppo rigido rispetto alla realtà climatica e varietale attuale.

Il presidente di Agrion, Giacomo Ballari, ha spiegato: «Abbiamo individuato le cause, ora dobbiamo curare. Serve un approccio flessibile alla difesa integrata, aggiornare le pratiche agronomiche e accompagnare gli agricoltori nella transizione climatica. Ma anche avviare un vero programma di miglioramento genetico. Se la normativa lo consentirà, lavoreremo anche su questo fronte, perché la Tonda Gentile va salvata ora, e resa più forte per il futuro».

Nel frattempo, si guarda anche alla sostenibilità economica del progetto: la Regione auspica il coinvolgimento di nuovi partner pubblici e privati, per garantire continuità e solidità al lavoro di ricerca.

Una sfida complessa, ma cruciale. Perché la nocciola non è solo un frutto: è una cultura, un paesaggio, un'identità.

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