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29 Marzo 2025 - 14:32
Un nuovo strumento per salvare il cuore. All’ospedale Mauriziano di Torino, un innovativo esame di medicina nucleare permette ai pazienti di ricevere diagnosi più precise e funzionali al percorso di cura in caso di sospetto di cardiopatia ischemica. Si tratta di un’evoluzione della classica scintigrafia cardiaca, eseguita con il Tecnezio-99 (sostanza radioattiva che si dimezza ogni sei ore e rende il paziente radioattivo per circa 24), che di norma fa intercorrere una settimana tra la prova a riposo e quella sotto sforzo. In questo caso, il paziente torna subito completamente ‘pulito’ e in grado di riprendere la propria attività quotidiana senza alcun tipo di limitazione. Inoltre, la migliore qualità delle immagini permette una valutazione dinamica del flusso coronarico, fondamentale per la decisione del cardiologo sulla prosecuzione del percorso di cura.
Il Mauriziano è il primo ospedale del Nord Italia (secondo in tutto il Paese dopo il Federico II di Napoli) ad adottare questo tipo di esame. Ogni settimana gli dedicherà l’intero sabato, dalle ore 8 alle 16, con l’obiettivo di quadruplicare il numero di pazienti a oggi trattati.
L'ospedale Mauriziano di Torino
«L’esame si esegue con la Pet iniettando per via endovenosa una quantità di radiofarmaco e rilevando la sua distribuzione nell’organismo e in particolare nel cuore e nell’apparato cardiocircolatorio, prima a riposo e poi sotto sforzo. Il farmaco oggi a disposizione della Medicina Nucleare del Mauriziano si chiama ‘CardioGen’ e utilizza il Rubidio-82, atomo radioattivo che dimezza la propria radioattività in appena 75 secondi», spiegano dal Mauriziano.
«Oltre alla maggiore qualità delle immagini e alla conseguente maggiore precisione della diagnosi – osservano il dottor Osvaldo Elia, direttore della Medicina Nucleare, e il dottor Michele Stasi, direttore della Fisica Sanitaria dell’Azienda Ospedaliera Ordine Mauriziano – questo esame offre una maggiore radioprotezione a operatori e paziente, permettendo a quest’ultimo di doversi recare una sola volta in ospedale e di esaurire in meno di un’ora una procedura che diversamente lo terrebbe in ballo per almeno una settimana».
«Una diagnosi tanto accurata – sottolinea Giuseppe Musumeci, direttore della Cardiologia dell’Azienda Ospedaliera – permette al cardiologo una rivascolarizzazione più appropriata del paziente, fondamentale per fronteggiare al meglio una patologia come la cardiopatia ischemica, malattia cardiovascolare più diffusa che in Italia conta ogni anno circa 220mila decessi».
«È molto importante – dice Franca Dall’Occo, Direttore Generale – poter offrire ai nostri pazienti nuovi ed efficaci percorsi di cura dell’Azienda Ospedaliera Ordine Mauriziano. Il contributo che gli specialisti della Medicina Nucleare e della Cardiologia potranno offrire alla cura di una malattia tanto importante sottolinea ancora una volta l’attenzione continua che il nostro ospedale dedica ogni giorno ai propri pazienti».
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