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12 Marzo 2025 - 10:15
Si è tenuta la sera di martedì 11 marzo al Comune di San Mauro Torinese la tanto attesa commissione consiliare Territorio per fare chiarezza sull'avanzamento dei lavori nel Parco del Meisino e sul relativo impatto ambientale. Oltre alle presenze istituzionali, hanno partecipato tra il pubblico anche una ventina di cittadini e di attivisti del comitato "Salviamo il Meisino".
La riunione, fortemente voluta dal consigliere d'opposizione ed ex-sindaco Marco Bongiovanni lo scorso autunno, ha visto la partecipazione degli assessori Francesco Tresso e Domenico Carretta del Comune di Torino. Il Meisino, infatti, ricade interamente nel territorio del capoluogo piemontese, ma – come ha ricordato Bongiovanni poco prima della seduta – «il luogo è fortemente frequentato dai sanmauresi», oltre che a ridosso della stessa cittadina.
L'assessore Carretta ha riepilogato la portata economica dei lavori e gli obiettivi: «L'investimento è di 11,5 milioni di euro del PNRR per rifare la Cascina Malpensata, la Tettoia, la costruzione di una passerella ciclopedonale (sopra corso Sturzo, ndr), attrezzature sportive, un centro di didattica ambientale per le scuole e aree più accessibili anche per chi ha disabilità». Carretta ha aggiunto che il dialogo con i cittadini e con l'Ente parco regionale (il Meisino fa parte delle Aree Protette del Po Piemontese) è stato produttivo e ha portato a rimuovere dal progetto le installazioni più invasive o a spostarle, come la pista da pump track (una sorta di bike cross, attività ora spostata in un campo da calcio abbandonato) e il percorso di sci di fondo (che, come si può facilmente comprendere, avrebbe avuto un destino molto infelice in una città in cui d'inverno nevica sempre di meno).
I relatori della commissione congiunta San Mauro e Torino. Sulla destra, gli assessori Carretta e Tresso
«La "zona umida", quella più sensibile per gli animali nel parco, non verrà toccata dai lavori», ha aggiunto l'assessore. Sia Carretta che Tresso hanno sottolineato come il Comune s'impegnerà a piantare nel Meisino 1800 nuovi alberi nei quasi 650 mila mq di parco, e hanno ribadito la volontà di Torino di non voler cementificare nessuna zona in più rispetto alle strutture già esistenti, senza che vengano costruiti parcheggi o nuovi edifici.
Verrà riqualificata la Cascina Malpensata, luogo di rave party abusivi molto fastidiosi per gli abitanti di Sassi e Borgata Rosa, spaccio e altre attività illecite, per renderla un centro di educazione ambientale capace di ospitare massimo 50 studenti per volta per fini didattici. L'edificio, come da normative, verrà leggermente sopraelevato, ma senza nessun consumo di ulteriore suolo, ha fatto sapere l'assessore Tresso. Un altro punto che ha voluto sottolineare è che «tutte le strutture sportive saranno reversibili: potranno essere modificate un domani».
Ha destato invece più polemiche l'abbattimento di 45 piante, di cui 7 morte e molte altre pericolanti – secondo il Comune di Torino – per fare spazio alla nuova passerella sopra corso Sturzo, l'asse viario che connette viale Agudio alla curva delle "100 lire", già pensata nel 1990 per connettere le due zone del parco divise dal corso. Così facendo, si eviterebbe di dover arrivare fino al sottopassaggio inondabile e decisamente poco sorvegliato della Diga del Pascolo.
Gli attivisti di "Salviamo il Meisino" parlano però di almeno 60 piante abbattute nell'area e che, anziché essere lasciate nel parco come da appalto, sono state rimosse. Su questo punto, il Comune fa sapere che è stata tagliata qualche pianta più del progetto iniziale per permettere ai mezzi di cantiere di transitare correttamente, piante comunque di piccolo diametro, e che verranno compensate sommandone la piantatura alle 1800 già in progetto.
«Di certo non è vero che verranno abbattute 300 piane sane, come qualcuno diceva – ha specificato Tresso –. L'area non può restare così com'è adesso, con le cascine abbandonate e degradate; ci dobbiamo anche occupare di chi quelle strutture le occupava. Il parco sarà un luogo aperto a tutti i cittadini, con il Comune di Torino che spenderà 300-400 mila euro all'anno per gestirne le strutture, finalizzate all'educazione sia ambientale che allo sport all'aria aperta».
L'amministrazione torinese ha quindi fatto sapere di aver ascoltato i cittadini e di aver messo mano al progetto, anche dopo aver sentito diversi esperti e l'Ente parco, eliminando o spostando le infrastrutture più critiche e impegnandosi fortemente anche per piantare nuovo verde. Resta però da vedere se queste promesse verranno mantenute e, soprattutto, se verranno rispettati i tempi. Fine lavori prevista: dicembre 2025, una scadenza che è stata posticipata visti i ritardi già avvenuti nei cantieri.
Gli attivisti del comitato "Salviamo il Meisino" hanno ringraziato gli assessori torinesi per la loro presenza, ma non si sono detti soddisfatti delle risposte ottenute, viste le opinioni contrarie di altri esperti del settore – come il professor Paolo Pileri del Politecnico di Milano, ideatore della ciclovia VenTo, accusato però da Tresso di non conoscere bene i dettagli del progetto del Meisino – e il fatto che le piante tagliate sarebbero molte di più, il cui legname verrebbe poi venduto o comunque rimosso dal parco. Su quest'ultimo punto, Torino fa sapere che le piante rimosse dal parco sono state quelle tagliate in eccedenza per consentire il transito dei mezzi.
I lavori rimangono quindi oggetto di accese controversie e faranno discutere ancora a lungo, ma dal capoluogo fanno sapere che c'è «bisogno di fiducia reciproca e soprattutto di fiducia verso chi ci sta lavorando e ne ha le qualifiche». Resta invece da approfondire come evitare l'abbandono di rifiuti dentro al parco, un fenomeno oggi molto diffuso e che va contrastato con la massima urgenza.
Rendering della passerella sopra corso Sturzo e di Cascina Malpensata (ex-galoppatoio militare)
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