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Cronaca
18 Febbraio 2025 - 11:40
Spinetta Marengo, fuga di gas tossico dallo stabilimento Syensqo: allarme rientrato, ma preoccupazione tra i cittadini
Un incidente industriale ha interrotto la quiete notturna a Spinetta Marengo, alle porte di Alessandria, dove poco dopo la mezzanotte si è verificata una fuoriuscita di perfluoroisobutene, una sostanza altamente tossica, all'interno dello stabilimento Syensqo, ex Solvay. L'Arpa Piemonte, intervenuta immediatamente, ha confermato che nessun lavoratore si trovava nel reparto coinvolto al momento dell’accaduto, ma ha avviato un'indagine ambientale per verificare eventuali ripercussioni sulla qualità dell’aria nelle zone circostanti.
L’allarme è stato gestito nel giro di pochi minuti, ma gli esperti dell'Arpa hanno effettuato rilievi all’esterno dell'impianto per analizzare l’eventuale dispersione della sostanza nell’ambiente. Campioni d’aria sono stati prelevati e sottoposti a test di laboratorio per determinare il livello di contaminazione e le possibili conseguenze per la popolazione locale. L’episodio, pur non avendo causato feriti o danni immediati, solleva ancora una volta interrogativi sulla sicurezza delle attività industriali e sulla gestione delle sostanze chimiche pericolose.

Arpa ha effettuato immediatamente i rilievi
L’incidente alla Syensqo riaccende il dibattito sulla presenza di PFAS nel territorio piemontese, composti chimici noti per la loro persistenza ambientale e i possibili effetti sulla salute. Studi indipendenti, tra cui un rapporto di Greenpeace, hanno evidenziato concentrazioni elevate di PFAS nelle acque del Piemonte, con situazioni critiche segnalate in diverse aree, tra cui Bussoleno, il Novarese e l’Alessandrino. A Spinetta Marengo, una percentuale significativa della popolazione è considerata a rischio di esposizione, tanto che numerosi cittadini chiedono da tempo screening sanitari estesi per monitorare la presenza di questi composti nell’organismo.
La stabilità e la sicurezza dello stabilimento di Spinetta Marengo restano al centro di un acceso confronto tra aziende, istituzioni e ambientalisti. Legambiente ha più volte messo in discussione l’affidabilità del sito, ma il Tar, in un recente pronunciamento, ha respinto le accuse di chi lo definisce una “fabbrica di veleni”, ritenendo adeguate le misure di sicurezza adottate. Tuttavia, episodi come quello della scorsa notte rafforzano le preoccupazioni della cittadinanza, che teme conseguenze a lungo termine sulla qualità dell’aria e delle acque della zona.
In attesa degli esiti delle analisi ambientali, la comunità locale si interroga su quale direzione prenderanno le politiche di controllo e prevenzione dei rischi industriali. Il delicato equilibrio tra sviluppo economico e salvaguardia ambientale torna sotto i riflettori, con un crescente numero di cittadini e associazioni che chiedono maggiore trasparenza e misure di prevenzione più efficaci.
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