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Case di Comunità nell'Asl To 4, la denuncia: "Ritardi gravissimi!". Investimenti a rischio in Canavese

Il sindacato della CGIL, dopo un incontro con l'azienda a cui nessun sindaco ha partecipato, lancia l'allarme

Asl To 4

Il direttore generale dell'Asl To 4 Stefano Scarpetta

Il grande progetto delle Case di Comunità nel territorio dell'Asl TO 4 rischia di naufragare tra ritardi, burocrazia e mancanza di programmazione. È un quadro desolante quello denunciato dalla CGIL, per voce della responsabile territoriale Alfonsina D’Onofrio, che punta il dito contro la gestione dell’ASL TO4, guidata dal direttore generale Stefano Scarpetta.

Una denuncia che non risparmia toni duri, evidenziando lo stallo totale nella realizzazione di strutture fondamentali per il futuro della sanità territoriale.

Durante la riunione telematica del 17 dicembre, convocata per discutere dei nuovi assetti previsti dal PNRR, è emersa una realtà che lascia poco spazio all’ottimismo. “Nessun sindaco di alcun territorio e, peggio, nessuna rappresentanza da parte dell’ASL TO3 e dell’ASL TO4, se non nel caso di quest’ultima la presenza dell’ingegnere Fiorillo che segue i lavori (quali?).” Una critica che non lascia dubbi sulle difficoltà di coordinamento e sulle responsabilità mancate.

Ad aprile 2024, le Direzioni di distretto avevano garantito la validazione dei progetti entro maggio e l’avvio dei cantieri entro giugno. Oggi, a distanza di mesi, la situazione è ferma.

“Ad aprile scorso i propositi economici delle ASL territoriali per il PNRR erano già stati rivisti al ribasso, ma la situazione oggi è ancora più preoccupante.”

La sede dell'Asl To 4 in via Po a Chivasso

L’elenco delle opere bloccate o rimandate è un bollettino di inefficienze.

A Crescentino, l’Ospedale di Comunità è fermo per problemi di sovrintendenza. A Caluso, la Casa di Comunità è ancora in verifica per questioni burocratiche. A Settimo Torinese i lavori partiranno solo a gennaio 2025; a Leinì l’intervento è considerato minimale e procede con ritardi cronici. A Ciriè forse si vedranno i primi cantieri a gennaio, mentre a Lanzo esiste solo un contratto di comodato con il Comune.

La CGIL non usa mezzi termini per descrivere questo stallo, definendolo un potenziale fallimento per l’edilizia della medicina territoriale.

Il rischio è duplice: da un lato, il mancato utilizzo dei fondi del PNRR potrebbe obbligare alla restituzione delle risorse già stanziate, con ripercussioni drammatiche sull’intero sistema sanitario; dall’altro, il mancato avanzamento delle opere lascia i cittadini privi di quelle strutture essenziali che dovrebbero rappresentare il fulcro della sanità territoriale. Il sindacato non esita a richiamare l’attenzione delle istituzioni, chiedendo un intervento immediato.

“Non possiamo più permetterci di perdere tempo in rimandi teorici. Occorre agire ed avere risposte certe, che fino ad ora le singole ASL non sono state in grado di dare.”

Un appello, quello della CGIL, che suona come un grido d’allarme per salvare un progetto che, in queste condizioni, rischia di trasformarsi nell’ennesimo esempio di spreco e disinteresse verso le esigenze del territorio.

In gioco c’è la salute di migliaia di persone e la credibilità di un sistema sanitario che, senza un cambio di passo, rischia di perdere definitivamente il contatto con i cittadini.

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