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La Voce degli animali
03 Novembre 2024 - 19:34
Il momento dell'abbraccio
E poi ti guardi intorno e lui non c’è più. Lo cerchi. Sopra, sotto, fuori. Lo chiami, sperando che sbuchi da un angolo, con quel suo modo goffo di salutarti. Poi, disperato, urli, e urli ancora più forte, finché ti ritrovi solo, senza risposte. Alla fine, ti arrendi e piangi. Piangi per Max, il cagnolone che è la tua ombra, il tuo compagno di ogni giorno, sparito in un attimo, inghiottito dalla notte. Max, un Bovaro del Bernese dal cuore buono, è scappato da casa, spaventato da quei botti assordanti che hanno squarciato la tranquillità di Castelrosso.
Per il suo padrone, Erik Bragato, quelle prime ore di assenza sono state un incubo. La casa, senza Max, sembrava improvvisamente vuota, priva di quel calore che solo un amico a quattro zampe sa dare. Non c’era tempo da perdere: Erik, afferrato il cellulare, ha scritto un messaggio e lo ha condiviso sui social, lanciando un appello a chiunque lo seguisse. “Aiutatemi a ritrovare Max”: il grido disperato di chi, in quel momento, ha il cuore a pezzi.
E così, mentre il messaggio è cominciato a viaggiare veloce da una bacheca all’altra, Verolengo e le sue frazioni si sono strette attorno a lui. La scomparsa di Max è diventata un problema di tutti, e ognuno ha fatto la sua parte. I gruppi Facebook dei paesi limitrofi si sono riempiti di commenti, segnalazioni, messaggi di incoraggiamento. Addirittura l’associazione “Animali Smarriti e Ritrovati” di Torino ha dato il suo contributo, sensibilizzando chi poteva trovarsi in zona.
Le ricerche sono andate avanti per ore, ma Max sembrava scomparso nel nulla. Ogni volta che qualcuno lo segnalava in lontananza, il cuore di Erik batteva forte, ma poi si infrangeva contro un’illusione.
Max, intanto, percorreva strade e campi tra le campagne di Verolengo, forse cercando un punto familiare, una traccia della strada verso casa. Solo lui sa cosa ha provato in quei due giorni, lontano dal suo mondo, immerso in una realtà sconosciuta e ostile.
Due giorni di incertezze, di chiamate e avvistamenti sfumati nel nulla.
E quando tutto sembrava perduto, Max ha fatto il passo che tutti attendevano, avvicinandosi al paese.
È stato visto vicino al supermercato, dove, forse, attratto dall’odore o dal rumore familiare, si è fermato. A riconoscerlo è stata una ragazza di Verolengo, che, senza esitazioni, ha avvisato Erik. Lui, con il cuore in gola, si è precipitato sul posto.
Non ci sono parole per descrivere quel momento. Erik ha visto Max in lontananza, e Max, appena ha percepito la sua voce, ha abbassato le orecchie, come a dire: “Eccomi, scusa se ti ho fatto preoccupare”.
I due si sono avvicinati, e in quell’abbraccio s'è vista tutta la paura, la speranza e l’amore che li ha sempre uniti.
Max, stanco e provato, ha lasciato che Erik lo stringesse, come a voler cancellare quei due giorni di lontananza.
La comunità ha esultato, e l’annuncio del ritrovamento ha scaldato il cuore di tutti.
E come nelle favole, tutto è bene quel che finisce bene, questa storia non è solo il racconto di una brutta avventura, ma la dimostrazione di come, nei momenti di difficoltà, una comunità possa fare la differenza.
Verolengo ha dimostrato che l’amore e il sostegno reciproco possono superare qualsiasi paura.
Quella sera, Max è tornato a casa, tra coccole e carezze, e Erik ha potuto finalmente dormire con il suo amico al sicuro.
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