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18 Ottobre 2024 - 07:00
Le aiuole di Ivrea
Di lui, di Giuliano Caldinelli, fotografo per passione e per vocazione, avevamo già parlato qualche tempo fa. Allora, a tenere banco erano state le sue foto sull'erba alta in via Jervis e via Pavone: scatti in cui l'erba sembrava prendere il sopravvento su tutto. Lui stesso si era fatto immortalare, sommerso da quella giungla verde che lo sovrastava completamente.
Alla fine, quell'erba è stata tagliata—almeno in parte—ma il vero protagonista di questa storia ha continuato a fare ciò che sa fare meglio: raccontare il degrado della sua città con un click.
Giuliano non si è fermato, ha trovato altri soggetti per le sue foto, s'intende tra un tramonto e uno scorcio pittoresco. L'ultima serie di scatti l'ha intitolata "50 sfumature di grigio" e sono passaggi pedonali sbiaditi, trasformatisi in un azzardo per i pedoni e in una sfida per gli automobilisti che non sanno più dove fermarsi.
Ma la vera chicca arriva con l’ultimo scatto: una foto di un’aiuola comunale dove sta crescendo rigogliosa la cicoria.
Manco a dirlo, la foto ha fatto il giro dei social in men che non si dica, scatenando una discussione degna di un talk show.
Franco Martorana ha lanciato il suo appello: "Che anno strano per la verdura... Il prezzemolo ho dovuto seminarlo più volte, dopo i fatidici 40 giorni non nasceva..." Subito la risposta di Maria Mazzitelli: "Pure io, tre volte".
C'è chi si è preoccupato dell'identificazione botanica, tra le altre Irene Lucentini: “Questa non è cicoria, è tarassaco...”
Apriti cielo! Cinzia Petrossi non si è lasciata sfuggire l'occasione di rispondere: "Beh, è la stessa cosa, solo che scientificamente è detta tarassaco..."
Di seguito, Anna Bono a mettere i puntini sulle 'i': “Tarassaco non è il nome scientifico della cicoria, e cicoria e tarassaco non sono la stessa cosa”. Fine di questa discussione con il serafico Giuliano: "L'effetto degrado però è lo stesso".
Il dibattito è continuato, tra chi si è appellato a Linneo e chi ha fatto notare che rasare a zero i prati non è proprio la soluzione più ecologica. Qualcuno, come Mario Comini, si è lasciato andare alla nostalgia: "Quando Ivrea era curata dal Vivaio Canavesano, era una città giardino... Favolosa... poi eccola oggi, na pena".
Eppure, nel bel mezzo di questo caos verde, c'è chi ha fatto notare con ironia che la cicoria, o quel che sia, è comunque "a km 0". E c'è chi, come Laura Pozza, ha trovato persino un lato positivo: "La consideriamo infestante, ma mi pare sia benefica per il terreno".
Insomma, tra una battuta e un’affermazione semiseria, Ivrea si scopre palcoscenico di un dibattito surreale.
La verità è che dietro l’ironia c’è la solita rassegnazione verso una città che sembra ormai lontana dagli antichi splendori. Eppure, nelle pieghe di queste conversazioni e nelle foto di Caldinelli, si intravede ancora l'affetto per un'Ivrea un po’ arrugginita.
Cosa dire su Giuliano Caldinelli? Un mostro di bravura, come solo può esserlo chi riesce a raccontare qualcosa senza proferire parola, solo con una foto.
E intanto? E intanto la cicoria—chiamatela pure tarassaco o girasole, tanto fa lo stesso—continua a crescere rigogliosa nell’aiuola dimenticata, simbolo di una natura che si riprende i suoi spazi, a dispetto delle buche e dell’asfalto sbrecciato.
Forse, tra le 50 sfumature di grigio di una striscia pedonale che svanisce e il verde improvvisato di un’aiuola, c'è ancora un barlume di speranza. O almeno, di quella che si intravede con l'occhio cinico e affettuoso di Giuliano.
P.S. Ebbene sì. Si tratta di Tarassasco, anche detto "girasole"
LA VOCE DEL CANAVESE
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