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Chivasso
29 Aprile 2024 - 13:57
Il luogo dove venne trovato il corpo senza vita di Giuseppina Arena
Non si è mai trovata la pistola con cui venne assassinata, il 12 ottobre 2022, Giuseppina Arena, la cantastorie di via Togliatti uccisa con tre colpi in pieno volto sotto un cavalcavia dell’Alta Velocità Torino-Milano a Pratoregio.
Il “cold case” di Chivasso continua a restare tale, nonostante gli ultimi supplementi di indagine e le audizioni di altre persone informate sui fatti in Caserma.
In compenso, la scena del crimine, due anni dopo, è diventata una discarica a cielo aperto.
Dove non c’è l’arma del delitto, che non s’è ancora trovata e probabilmente mai si troverà, ma tutto il campionario di una discarica abusiva. E forse anche di più.
La discarica abusiva
Esattamente là dove venne ritrovato il corpo, ora qualcuno deve aver vuotato un tir di scarti dell’edilizia, plastica, corde, bidoni di plastica, cassette, tubi. In mezzo a tanta sporcizia, anche due scatoloni che un corriere di una nota società di trasporti avrebbe dovuto consegnare alla parrocchia delle Stimmate di San Francesco, in via Ascoli a Torino.
Contengono mascherine: i pacchi sono partiti da Gorgonzola, nel milanese, il 28 aprile 2022 e sono finiti chissà dopo che giro in queste campagne di Chivasso, a fianco dell’autostrada Torino-Milano.
Poco più in là, all’ingresso della stradina di campagna che porta sotto il cavalcavia, ci sono accatastati materassi, la struttura di un letto, pezzi di automobili e altri sacchi di rifiuti.
Pacchi di mascherine
Insomma, la zona è tornata ad essere una discarica e qualcuno informi l’assessore comunale all’Ambiente Fabrizio Debernardi.
Tra l’altro, non è nemmeno la prima volta che succede.
Tempo fa una discarica abusiva era comparsa in stradale Torino a poche centinaia di metri dall’abitato di Pratoregio, sotto il cavalcavia dell’autostrada A4 Torino-Milano.
I rifiuti sono rimasti lì per settimane, aumentando giorno dopo giorno, fino a che qualcuno gli ha dato fuoco, come dimostravano i resti lasciati a terra e le pareti del sottopasso annerite.
Mobili abbandonati
Ma questa zona di Chivasso, si sa, checché ne dica l’amministrazione comunale, continua ad essere inesorabilmente terra di nessuno.
Sentite un po’ questa.
Qui, a fine 2022, sulla stradale Torino che porta da Chivasso alla piazza della frazione, sono iniziati i lavori commissionati dall’Aipo, Agenzia Interregionale per il fiume Po, per la regimazione idraulica e la manutenzione del torrente Orco.
Un intervento che interessa anche i Comuni di Foglizzo e di Montanaro e che, nel complesso, costa qualcosa come 871 mila euro.
Le ruspe e gli escavatori, nell’autunno inverno 2022/2023, hanno abbattuto piante, strappato gaggie, spianato il famoso boschetto di Pratoregio e ripulito tutto quello che c’era da pulire nel tratto di almeno un chilometro che costeggia il rio Palazzolo lungo via Marie Curie.
Hanno, di fatto, creato un ambiente lunare.
Lo scorso luglio, da questo paesaggio lunare, è spuntata una bomba inesplosa della Seconda Guerra Mondiale.
Le ruspe si sono fermate e così il cantiere per consentire le operazioni di disinnesco: un disinnesco che è avvenuto tre settimane dopo il ritrovamento della bomba.
Da allora l’impresa non ha più ripreso a lavorare e il cantiere s’è fermato.
Il motivo? Non lo sappiamo.
Quello che sappiamo è che la natura non s’è invece fermata.
Ciuffo dopo ciuffo, l’erba è tornata a crescere. Le gaggie pure e oggi il verde è tornato a risplendere là dove c’erano morte e desolazione.
L’erba s’è “mangiata” le recinzioni arancioni del cartone e s’è riversata anche sulla strada, rendendo difficile - e pericoloso - il passaggio di due veicoli contemporaneamente sulla strada.
La capacità della vegetazione di riguadagnare terreno è stata straordinaria, un autentico miracolo della natura.
Dopo che l'uomo ha lasciato il suo segno, con macchine e materiali da costruzione, a Pratoregio madre natura ha dimostrato tutta la sua resilienza e il suo potere di rigenerazione incredibile.
Una forza della vita.
In una zona di Chivasso che ancora oggi, dall’occultamento del cadavere di Capasso all’omicidio di Scarsella passando per l’assassinio della cantastorie di via Togliatti, è associata alla morte. Sempre e comunque per mano dell’uomo.
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