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26 Marzo 2024 - 06:00
Il lupo sul muro che costeggia il parco della Mandria
Nella giornata di lunedì 25 marzo un lupo è stato avvistato sopra il muro di cinta che costeggia il parco della Mandria a Venaria. L'immagine ha immediatamente fatto il giro di tutti i social network, l'animale è stato fotografato da un automobilista l'ha visto spuntare all'improvviso.
La presenza dei lupi alla Mandria ormai è un fatto certo. A ottobre 2023 i lupi erano stati avvistati nel cuore della notte, uccidendo due capre, ferendone altre tre (tutte gravide) e sparpagliando la mandria di bovini.
A novembre scorso, poi, i predatori erano tornati all’imbrunire. Non uno solo, ma un intero branco, più di mezza dozzina, che aveva attaccato il gregge di pecore davanti alla stalla.
Una capra gravida era morta, un’altra rimasta ferita, ma poteva essere una strage, se non fossero intervenuti i proprietari, soprattutto i cani da guardia dell’allevamento.
I fatti non sono avvenuti in qualche sperduta località montana, ma a Druento, nell’azienda agricola della famiglia Votta, al confine con il Parco della Mandria, una tra le mete locali preferite per chi ama passeggiare e andare a correre.
Qui, Ferdinando e i figli Michele e Claudio gestiscono un allevamento di un centinaio di bovini e una trentina di capre e pecore. Raccontano che in quella zona i lupi ci sono sempre stati, ma non più di uno o due.
Nelle Alpi Centrali e Orientali italiane la presenza del lupo è ancora una novità, mentre in Piemonte e, principalmente nelle province di Cuneo, Torino e Alessandria, la specie è presente da quasi 20 anni.
La popolazione sulle Alpi italiane è cresciuta, raggiungendo, nel periodo 2017-2018, il numero di 46 branchi e di 5 coppie per un totale di 51 unità riproduttive e una stima minima di 293 lupi.
La parte più consistente della popolazione alpina si trova in Piemonte, dove è stimata la presenza di 33 branchi e 2 coppie, per un totale di minimo 195 lupi, presenti principalmente tra le province di Cuneo e Torino (19 branchi e 1 coppia in provincia di Cuneo, 13 branchi e 1 coppia in provincia di Torino e un solo nuovo branco in provincia di Biella).
Il lupo in queste due province ha raggiunto quasi la saturazione territoriale, ed occupa oramai tutto il territorio montano interessando anche le zone collinari e pedemontane.
La tendenza di crescita della popolazione è ora principalmente verso il nord del Piemonte e le altre regioni.
Nelle province di Vercelli, Verbano-Cusio-Ossola e Novara, è documentata la presenza di individui solitari stabili e di passaggio, ma non ancora di branchi.
Nel resto delle Alpi italiane nel 2017-2018 sono presenti 4 branchi in Valle d’Aosta, dove è documentata anche una nuova coppia, 8 branchi tra il Veneto e le province di Trento e Bolzano, una nuova coppia in Provincia di Trento, una in Friuli Venezia Giulia e 1 branco transfrontaliero in Lombardia, tra la provincia di Como e la Svizzera.
In Lombardia, sono inoltre presenti almeno 1 individuo solitario con territorio stabile da più di un anno e una nuova coppia. Avvistamenti sporadici sono registrati in modo crescente nel resto delle Alpi Centro-orientali e nelle Alpi Occidentali anche nelle zone collinari pedemontane.
Questi sono solo alcuni dei dati ufficiali: i dettagli dell’evoluzione a partire dagli anni ’90 della ricolonizzazione naturale della popolazione di lupo in Piemonte e sulle Alpi sono disponibili nel Report “La popolazione di lupo sulle Alpi italiane”, redatto dal coordinatore scientifico Francesca Marucco, in collaborazione con esperti, genetisti, e tutti i referenti regionali, scaricabile dalla pagina LIFE Wolfalps.
Questo documento è il punto di arrivo di un imponente lavoro scientifico di monitoraggio coordinato dal progetto europeo LIFE WolfAlps e dal Centro di referenza Grandi Carnivori (GCG), che ha mobilitato un network di oltre 500 operatori e tecnici appositamente formati, appartenenti a 43 enti e istituzioni coinvolti dal ritorno naturale del lupo sulle Alpi.
Uno studio che rappresenta il riferimento scientifico aggiornato per tutte le parti chiamate a confrontarsi sul tema prioritario della gestione della specie a livello nazionale e alpino.
Nell’ambito di LIFE WolfAlps EU project i tecnici di Città Metropolitana di Torino avevano consegnato un recinto elettrificato ad un allevatore di ovicaprini in Regione Serviglia a Druento (dove c’è stato l’attaco di un branco, giovedì 19 ottobre), un territorio con numerosi avvistamenti di lupi ma senza alcun danno finora.
I tecnici del progetto avevano evidenziato i rischi durante il pascolo libero non sorvegliato del piccolo gregge di capre attorno alla cascina. Con la Città metropolitana di Torino anche tecnici del Parco Naturale La Mandria. Le prime prove del ritorno dei lupi nella zona del Parco la Mandria risalgono all’ottobre del 2020.
La foto scattata dal fotografo Guido Bissattini e donata all’Ente ne era la prova tangibile.
Una notizia che, nel 2020, era stata ben accolta dai responsabili del Parco.
L’attività di ricerca svolta dai guardiaparco dell’Ente, partner del progetto europeo “Life Wolfalps Eu”, aveva consentito di verificare, nel corso del 2020, diverse segnalazioni significative che dimostravano la presenza di un branco con riproduzione accertata che frequentava anche l’area del Parco La Mandria. “Considerando che in media un branco ha un territorio di circa 250 chilometri quadrati, si ipotizza che questo branco possa estendersi anche nella fascia pedemontana, a nord dei confini dell’area del Parco spingendosi verso Val della Torre e Varisella”, spiegava la direttrice dell’Ente, Stefania Grella.
Come tutta la fascia montana e pedemontana della Provincia di Torino anche il territorio della Mandria è monitorato in modo intensivo, quindi i dati raccolti dai guardiaparco dell’Ente potranno fornire ulteriori indicazioni sul branco e sulle aree frequentate. Ma cosa faccio se incontro un lupo? E’ pericoloso per le persone?” Gli esperti precisano come “il lupo non considera gli umani che girano per boschi o praterie, di pianura o di montagna, delle prede, e pur conoscendoli li evita. Dunque se vi accade di avvistare un lupo è semplicemente un bel colpo di fortuna. Ma è bene, anzi doveroso per rispetto delle norme del Parco, resistere alla tentazione di seguirlo per non interferire nelle dinamiche naturali”.
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