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Sabato a Ivrea il presidio per la pace numero "100". Roba da Guinness

In questa città, dal 24 febbraio 2022, giorno dell’invasione dell’Ucraina da parte dell’esercito russo, ogni sabato, cittadini e organizzazioni si ritrovano per ribadire il ripudio della guerra e della corsa agli armamenti. 

Sabato a Ivrea il presidio per la pace numero "100". Roba da Guinness

Secondo il Global Peace Index 2021, la città più pacifica del mondo è Reykjavik, capitale dell'Islanda, seguita da Wellington in Nuova Zelanda e da Copenaghen in Danimarca. Sbagliato! Lo abbiamo già scritto e lo ribadiamo: la città più pacifica del mondo è Ivrea ma non lo sanno ancora.

Perchè è qui che sabato 20 gennaio, dalle 11 alle 12 davanti al municipio di Ivrea (con partenza da Piazza Balla), si terrà il 100° presidio per la pace. Numero da guinness.

In questa città, dal 24 febbraio 2022, giorno dell’invasione dell’Ucraina da parte dell’esercito russo, ogni sabato, cittadini e organizzazioni si ritrovano per ribadire il ripudio della guerra e della corsa agli armamenti. 

Se ci pensiamo è una cosa mai vista prima d'ora. 

Peraltro Ivrea è anche iscritta alla rete dei “Mayors for Peace", presieduta dal sindaco di Hiroshima, per l'adesione al Trattato e l'abolizione delle armi nucleari presenti nelle basi americane in Italia.

"Mentre i potenti della Terra - dicono in un comunicato  - si ostinano nella soluzione di forza militare dei conflitti, causando morte e distruzione senza esiti positivi,  noi continuiamo a credere che la pace giusta si raggiunge con la nonviolenza, il dialogo, la solidarietà, il rispetto del diritto internazionale e dei diritti umani, senza odio e vendette."

Il presidio "numero 100" di sabato 20 gennaio sarà dedicato anche al Terzo anniversario del Trattato dell’Onu di messa al bando delle armi nucleari, entrato in vigore il 22 gennaio 2021.

"Se milioni di persone in Italia e nel mondo manifestassero ogni settimana per fermare la criminale follia della guerra e del riarmo, le guerre nel mondo diminuirebbero...." commenta e scrive Pierangelo Monti del Mir.

Tra gli organizzatori spiccano Mario Beiletti dell'Anpi, Cadigia Perini di Unione Poplare e Pierangelo Monti di MIR Italia.  

Nel corso di questi mesi, si sono impegnate ad esserci, a dimostrazione che l'unione fa la forza anche Azione Cattolica, il Centro Aiuto alla Vita, il Centro Documentazione Pace, il Centro Gandhi, la CGIL, la Chiesa Evangelica Valdese, il CLN Ivrea, il Circolo PRC-SE, il Circolo di Sinistra Italiana, il Comitato Pace dell'Alto Canavese, la Comunità S. Egidio, l'Economia Disarmata del Movimento dei Focolari. E poi ancora Ecoredia APS, Emergency, Fraternità CISV Albiano, Fraternità di Lessolo, Good Samaritan, Il sogno di Tsige ODV,  Laboratorio Civico, Legambiente Dora Baltea, Libera, Movimento Nonviolento, Movimento 5 Stelle, Osservatorio migranti, Paese Reale, Partito Democratico, Pax Christi, Unione Popolare, Viviamo Ivrea e ZAC!

I presidi  a volte si trasformano in cortei. E' successo a novembre quando in centinaia sono scesi in in strada per chiedere a Israele di fermare il massacro nella Striscia di Gaza.

Insomma Ivrea sta dimostrando al mondo intero che è possibile lottare per la pace in modo pacifico e determinato. Un'iniziativa che vuole essere esempio per fare la differenza e influire sulle decisioni politiche. 

La domanda sorge spontanea.

Ma perchè proprio Ivrea? Da dove nasce tutta questa resilienza? Questa grande forza di volontà? E si potrebe cominciare con Adriano Olivetti e la sua concezione estremamente visionaria della vita, del mondo e del lavoro, ma per trasformare Ivrea nella "capitale mondiale del pacifismo"  ci è voluto davvero ben altro a cominciare da un Vescovo, Monsignor Luigi Bettazzi, che per tutta la sua esistenza ha lanciato messaggi di speranza e lottato in prima fila per un mondo senza contrapposizioni. 

S'aggiunge un qualcosa che è nel dna di tante famiglie: la lotta partigiana, vissuta più intensamente che altrove e che condusse un gruppo di ragazzi a far saltare con l'esplosivo il ponte ferroviario per evitare che la città venisse bombardate dalla contraerei anglo-americana.

E’ il famoso episodio “del Ponte” che ebbe per protagonisti Mario Pelizzari (Alimiro) e Amos Messori (D’Artagnan). Il ponte ferroviario era l’indispensabile passaggio per trasportare in Germania il ferro delle miniere di Cogne. Quando gli Inglesi  valutarono che l’unico modo sarebbe stato un bombardamento aereo, con gravi danni alla città. Pelizzari si oppose e si offrì per il sabotaggio, che avvenne in condizioni difficilissime alla vigilia del Natale ‘44.

Pierangelo Monti

Cadigia Perini di Unione Popolare

Città o comunità che si sono distinte per la loro lotta per la pace e la nonviolenza:

  1. Gandhigram, India: La comunità di Gandhigram fu fondata nel 1947 dallo stesso Mahatma Gandhi come un'alternativa al sistema economico dominante dell'India. La comunità ha abbracciato i principi della nonviolenza e ha cercato di creare un'economia sostenibile e autonoma basata sull'agricoltura e sull'artigianato.

  2. Hiroshima e Nagasaki, Giappone: Queste due città giapponesi furono devastate dall'esplosione di due bombe atomiche americane alla fine della Seconda Guerra Mondiale. Da allora, le città si sono impegnate per promuovere la pace e l'eliminazione delle armi nucleari.

  3. Auroville, India: Auroville è una comunità internazionale situata nello stato indiano del Tamil Nadu. Fondata nel 1968, è dedicata all'idea di un mondo senza confini, dove le persone di tutte le nazionalità, religioni e culture possono vivere insieme in armonia. La comunità si basa sui principi di nonviolenza, sviluppo sostenibile e ricerca spirituale.

  4. Greenham Common, Regno Unito: Negli anni '80, un gruppo di donne si stabilì vicino alla base aerea di Greenham Common per protestare contro l'installazione di missili nucleari americani. La protesta durò diversi anni e attirò l'attenzione internazionale sulla questione delle armi nucleari.

  5. Srebrenica, Bosnia ed Erzegovina: Srebrenica è stata teatro di uno dei peggiori massacri della guerra in Bosnia ed Erzegovina negli anni '90. Da allora, la città si è impegnata a promuovere la riconciliazione e la pace tra i diversi gruppi etnici e religiosi che vivono nella regione.

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