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Settimo Torinese

Piastra pensa solo ai like. La denuncia di Fornasero. Continua la polemica innescata dal regista Gabriele Vacis

Teatro Settimo

Nella foto Elena Piastra, Gabriele Vacis e Michele Fornasero

Inutile dire che stavamo cercando un modo per continuare a parlare di Gabriele Vacis, del teatro di Settimo, dei soldi spesi dalla Fondazione ECM, a cominciare da quelli per far interivistare Roberto Saviano dall'ex direttore de La Stampa Giannini, insomma del gran casino scaturito da un post sui social di un regista conosciuto in tutta Italia e che dice di essere stato esiliato proprio dalla sua città.
Stavamo quasi per telefonare al direttore Dario Netto che della Fondazione è il factotum, poi d'un tratto, come una palla nella fionda è arrivato lui, Michele Fornasero che la Fondazione Ecm la conosce benissimo non foss'altro per essere stato seduto nel consiglio di Amministrazione  fino a gennaio quando ha rassegnato le dimissioni nelle mani del presidente Silvano Rissio, senza possibilità di un ripensamento. Motivo? Impossibile vedere realizzati alcuni progetti proposti fin dai primi mesi dell’amministrazione della sindaca Elena Piastra.
Bene! E che cosa dice Fornasero?
Dice che Piastra, fondamentalmente sta tutto il giorno su Facebook. Dice che guarda più ai like che alle cose da fare, alla visibilità prima ancora che alla sostanza. E sono dichiarazioni forti, parole dure come la pietra.
Sono schiaffi che fanno male. Insomma c'è la prova provata che il mondo non ruota tutto intorno all'Amministrazione comunale... Che c'è un altro mondo. Un mondo che non è fatto solo di bande armate composte da uomini e donne con i nomi inventati che su Facebook sono pronti a scagliarsi contro coloro che osano anche solo pensare di poter criticare l'Amministrazione della cosa pubblica..
 
Ed ecco il commento di Michele Fornasero
Mentre vado a vedere l’Antigone alle fonderie Limone,
penso a tutto quello che ho letto in questi ultimi giorni sui giornali locali e non, riguardo a Vacis e a Settimo. E penso che queste discussioni siano assurde.
Penso che sia assurdo per uno come lui perdere tempo a cercare l’approvazione della Giunta comunale. Penso che sia assurdo che si perda tempo a giustificare il motivo per cui non gli si è voluto affidare la gestione del teatro a Settimo, mantenendola in capo a ECM.
Penso che sia assurdo che si finisca a parlare di quanti soldi sono stati dati a questo fantastico gruppo di attori chiamatosi PEM, come se la cifra fosse in qualche modo esaustiva...posto che a me non risultano tali cifre almeno fino a quando sono rimasto dentro la fondazione.
Le cifre dipendono dal lavoro che poi viene effettivamente svolto. Può essere molto, può essere molto poco, e allora parliamo della soddisfazione del lavoro fatto. Non si è soddisfatti di cosa è stato fatto per quella cifra? Diciamolo chiaramente e poi motiviamolo. Discutiamone apertamente.
Ma il problema non credo riguardasse la qualità del lavoro quanto più la visibilità che ne scaturiva. Mi spiego meglio.
Io c’ero quando Vacis cercava di spiegare alla Giunta e alla Fondazione quanto fosse più importante il lavoro concreto, quotidiano, la pratica teatrale fatta dai ragazzi e con i ragazzi, nella periferia, nelle aule, alla Siva, all’Ecomuseo. Una pratica fine a sé stessa appunto, lontana dal glamour o dalle recensioni, senza il bisogno di avere per forza i riflettori puntati. Lo spettacolo poteva esserci o meno, non era così rilevante.
E mi ricordo come questo fosse il grosso problema della controparte. Non c’è visibilità. Quello che si fa nelle scuole, o negli incontri al pomeriggio non restituisce la visibilità che ci si aspetta. Non si riescono a giustificare quei famosi soldi che gli vengono riconosciuti. Quando si va in giunta a discutere il bilancio cosa diciamo? Perché questo è il problema, trattiamo la cura della persona o il teatro (non vedo troppa differenza tra le due) come un investimento in una campagna social. Se spendo 20 milla euro devo avere almeno questi migliaia di like o di click, altrimenti ho sprecato i miei soldi.
Mi sembra proprio che siamo qui a parlarne perché ora ci sono degli spettacoli che stanno riscuotendo successo ed allora si innesca un certo interesse nella questione.
Una volta un amministratore di destra ci chiamò a fare un lavoro sul territorio, e quando gli facemmo notare che noi non eravamo proprio allineati con lui politicamente, lui ci spiazzò dicendo: “A me non servono quelli allineati, mi servono quelli bravi”. Ecco mi sarei aspettato da questa Giunta e da questa Fondazione, che tanto aveva voluto prendere le distanze dalla gestione Corgiat per certi suoi clientelismi, questo tipo di atteggiamento. Facciamo fare il lavoro a chi lo sa fare. Abbiamo un’eccellenza sul territorio e gli diamo una casa. Anzi, apriamo la casa alla comunità, come spesso mi è stato detto. Apriamo il teatro. Facciamo un lavoro sul quotidiano.
Non mi sembra che questo sia avvenuto e non ci si può nascondere dietro a dei tecnicismi contrattuali.
Non si è voluto farlo.
Qui non si tratta di Re Sole o visioni diverse, si tratta che se hai gente brava, cerchi di dargli spazio. Tanto più se questa gente brava, per un inspiegabile e tenace legame verso questo posto, accetta di trasferire a Settimo il centro del suo lavoro.
Ma forse mi sbaglio io, ci sarà sicuramente la fila di artisti internazionali che chiedono la cittadinanza settimese.
E allora trovo assurdo che stiamo qui a parlarne. Certo sarebbe stato bello poter condividere un po’ di questa bellezza con la cittadinanza, poter dire che è anche un po’ merito nostro.
Perché la bellezza è contagiosa, e da bellezza nasce altra bellezza. Vediamo se dalla Burocrazia nascerà qualcosa.
Intanto mi godo lo spettacolo.
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