AGGIORNAMENTI
Cerca
Milano
12 Giugno 2023 - 11:28
Berlusconi era amico di Putin
E' morto questa mattina a 86 anni Silvio Berlusconi. Era ricoverato al San Raffaele di Milano.
E' stato per quasi trent'anni il leader indiscusso dei moderati, degli italiani ai quali proponeva ipnoticamente più benessere e meno tasse, il fondatore della politica dell'immagine, il leader di uno schieramento, quello di centrodestra, che prima di lui non c'era.
Ma anche dominatore nel mondo del calcio con le coppe vinte dal suo Milan.
Per tutti questi motivi Silvio Berlusconi è stato anche il demone della sinistra, il totem negativo di chi inorridiva per la commistione tra politica e aziende e non gli perdonava di governare controllando un impero mediatico che ha avuto un grande peso nella sua velocissima ascesa al governo.
Ma prima della "discesa in campo", Berlusconi è un imprenditore di successo che, partito come giovane di belle speranze e, occasionalmente cantante sulle navi da crociera, aveva costruito quartieri residenziali a Milano, lanciato le tv private che hanno rotto il monopolio della Rai, comprato una squadra di calcio.
Fino ad allora l'interesse per la politica era limitato alle ricadute che le decisioni prese in Parlamento potevano avere sulle sue aziende: l'amicizia con Bettino Craxi gli garantiva un occhio di riguardo nel Palazzo e tutto sembrava filare liscio. Fu dopo il crollo della prima Repubblica che Berlusconi si convinse che solo lui poteva essere in grado di fermare l'avanzata dei post-comunisti di Achille Occhetto che sembravano destinati alla vittoria.
Per riuscire nell'impresa salpò con il piglio di un pirata archiviando in un batter di ciglio la felpata ortodossia democristiana e sradicò dalla notte alla mattina i paletti che bloccavano la crescita di un'area di centrodestra: sdoganò infatti i post-missini di Fini e i leghisti di Bossi, quando i primi erano visti ancora come impresentabili neofascisti e i secondi come rozzi valligiani che agitavano il cappio in aula contro i politici corrotti.
Berlusconi con Fini
La campagna elettorale del '94 vide il trionfo di un Berlusconi dominatore del mezzo televisivo (fece epoca la calza messa davanti alla telecamera per dare più sostanza all'immagine del viso e i rialzi nelle scarpe).
La prima volta di Berlusconi al governo segnò l'apertura di una nuova epoca politica, in cui i rituali della prima Repubblica furono messi in soffitta.
La legislatura partì all'insegna dell'arroganza dei vittoriosi (quella che fa dire a Cesare Previti "non faremo prigionieri") ma si chiuse due anni dopo con un duplice schiaffo: l'arrivo di un avviso di garanzia durante il G7 di Napoli e il ribaltone nel quale era coinvolto anche l'alleato Umberto Bossi.
Costretto all'opposizione, nella legislatura seguente cercò di uscire dall'angolo dicendo sì all'offerta dalemiana della bicamerale e al "patto della crostata" a casa Letta. Fu in questi anni che Berlusconi affinò le sue doti di politico arrivando a monopolizzare e influenzare la politica italiana sia quando era al governo sia negli anni dell'opposizione.
Dopo i cinque anni del centrosinistra a Palazzo Chigi ecco il quinquennio berlusconiano (2001-2006), che si apre sulla spinta del "contratto con gli italiani" siglato a Porta a Porta.
Berlusconi con Arafat (OLP)
Mossa irrisa dagli avversari ma che probabilmente gli procurò i voti necessari per vincere: fu un lungo periodo (record di durata nella storia della Repubblica) in cui il Cavaliere dedicò gran parte delle energie a difendersi dalle accuse che gli arrivarono dalle procure, compresa quella di essere iscritto alla Loggia P2.
Sono di quegli anni le leggi ad personam che vennero approvate dalla maggioranza per risolvere i crescenti guai giudiziari del Cavaliere: legge Cirami, legge Pecorella, legge Cirielli, lodo Schifani, lodo Alfano. Ed è in quel periodo che nasce il feroce soprannome del "Caimano" (titolo di un film di Nanni Moretti restato appiccicato a Berlusconi per molti anni).
Berlusconi non fu capace di sfuggire alla radicalizzazione dello scontro e pagò nel 2006 con la perdita di una fetta del suo elettorato.
Quell'anno le urne premiarono (ma solo di strettissima misura) il centrosinistra di Prodi. Ma Berlusconi non si dette per vinto: il Cavaliere non era tipo da aspettare pazientemente il suo turno quando i numeri della maggioranza si dimostravano esigui. Tra pressing politico e manovre di Palazzo, la regia di Berlusconi portò alla fine anticipata del governo.
Ma nulla poté nel 2011 quando la crisi del debito italiano portò a un nuovo addio anticipato da Palazzo Chigi: dopo i sorrisini ironici della Merkel e di Sarkozy l'arrivo di Monti con la regia del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano fu una sconfitta cocente per colui che si vantava di avere ottimi rapporti con tutte le cancellerie.
Berlusconi era amico di Gheddafi
Per gli effetti della legge Severino l'ex premier decadDe dalla carica di senatore nel 2013 per farvi ritorno 9 anni dopo. In tutti gli anni passati a guidare Forza Italia e il centrodestra Berlusconi è stato imputato in una sfilza di processi. Le condanne ci sono state, l'ultima, la più grave, per frode fiscale.
In un periodo in cui era già indebolito dalle polemiche e dalle inchieste sul caso Ruby e sulle cene di Arcore con le "olgettine" che avevano provocato la rottura con la moglie Veronica: i "vizi privati" del Cavaliere e il suo fiuto politico hanno accompagnato l'ultimo tratto della sua parabola, con una graduale perdita di leadership politica sempre più evidente nel periodo in cui, sul versante privato, è stato legato prima a Francesca Pascale ed ora alla deputata azzurra Marta Fascina.
Con l'avvento di una destra più sovranista Forza Italia ha iniziato a perdere pezzi e consenso politico.
Il partito è ormai sotto le due cifre tenuto in piedi solo grazie alla leadership del suo fondatore. Il partito di Berlusconi ha viaggiato nel tempo con lo stesso intoccabile timoniere accompagnato da delfini mai divenuti adulti. Viaggiato negli anni, tanti, e nello spazio politico senza mai abiurare la sua collocazione europeista.
Il Cavaliere non ha mollato mai fino alla fine, ha sconfitto malattie, superato operazioni al cuore e anche delusioni politiche. E c'era ancora lui a guidare la delegazione di Forza Italia al Quirinale dopo la vittoria del centrodestra che ha portato Giorgia Meloni a palazzo Chigi.
This morning, Silvio Berlusconi passed away at the age of 86. He had been hospitalized at San Raffaele in Milan.
Silvio Berlusconi, the undisputed leader of the moderate faction in Italy for almost three decades, was known for his mesmerizing promises of increased prosperity and lower taxes. He founded the era of image-driven politics and led a right-wing coalition that had not existed before him.
Berlusconi also had a dominant presence in the world of football, with his AC Milan winning numerous trophies.
For these reasons, Berlusconi became the demon of the left, a negative symbol for those who were appalled by the intertwining of politics and business. They couldn't forgive him for governing while controlling a media empire that played a significant role in his rapid rise to power.
Berlusconi con Hillary Clinton
Before entering politics, Berlusconi was a successful entrepreneur. Starting as a young man with high hopes, he built residential neighborhoods in Milan, launched private television networks that challenged the state broadcaster RAI's monopoly, and acquired a football team.
Initially, his interest in politics was driven by how parliamentary decisions could impact his businesses. His friendship with Bettino Craxi gave him special consideration in the political arena, and everything seemed to go smoothly. However, after the collapse of the First Republic, Berlusconi became convinced that only he could stop the advance of the post-communists led by Achille Occhetto, who seemed destined for victory.
To achieve this goal, Berlusconi set sail with determination, abandoning the orthodox Christian Democratic approach and opening the doors to the post-fascists under Gianfranco Fini and the Northern League under Umberto Bossi. At that time, Fini was still seen as an unsuitable neo-fascist, and the Northern League was considered a rough regionalist movement that brandished a noose in the parliamentary chamber against corrupt politicians.
The 1994 election campaign witnessed Berlusconi's triumph as a master of television media. His famous trick of placing a sock in front of the camera to enhance his facial image and wearing elevator shoes to appear taller made history.
His first time in government marked the beginning of a new political era, in which the rituals of the First Republic were set aside. Initially, the legislature was marked by the arrogance of the winners, as demonstrated by Cesare Previti's famous phrase, "We won't take prisoners." However, two years later, everything changed.
During the G7 summit in Naples, Berlusconi received a judicial notice, and his ally Umberto Bossi was involved in a political scandal.
Forced into opposition, Berlusconi sought to escape the corner by accepting D'Alema's offer for institutional reform and the "crostata pact" promoted by Casa Letta. During those years, Berlusconi honed his political skills, successfully monopolizing and influencing Italian politics both when in government and during his time in opposition.
Berlusconi and Bill Gates
After five years of center-left government at Palazzo Chigi, the Berlusconi quinquennium (2001-2006) began with the "contract with the Italians" signed on Porta a Porta.
This move was ridiculed by his opponents but likely garnered the votes needed for his victory. It was a long period (a record duration in the history of the Republic) during which the Cavaliere devoted a significant portion of his energy to defend himself against the accusations coming from the judiciary, including being a member of the P2 Lodge.
During those years, several ad personam laws were passed by the majority to address Berlusconi's growing legal troubles, such as the Cirami Law, Pecorella Law, Cirielli Law, Schifani Decree, and Alfano Decree. It was during this period that the fierce nickname "Caimano" (title of a film by Nanni Moretti that stuck to Berlusconi for many years) emerged.
Edicola digitale
I più letti
LA VOCE DEL CANAVESE
Reg. Tribunale di Torino n. 57 del 22/05/2007. Direttore responsabile: Liborio La Mattina. Proprietà LA VOCE SOCIETA’ COOPERATIVA. P.IVA 09594480015. Redazione: via Torino, 47 – 10034 – Chivasso (To). Tel. 0115367550 Cell. 3474431187
La società percepisce i contributi di cui al decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70 e della Legge Regione Piemonte n. 18 del 25/06/2008. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell’articolo 5 del medesimo decreto legislativo
Testi e foto qui pubblicati sono proprietà de LA VOCE DEL CANAVESE tutti i diritti sono riservati. L’utilizzo dei testi e delle foto on line è, senza autorizzazione scritta, vietato (legge 633/1941).
LA VOCE DEL CANAVESE ha aderito tramite la File (Federazione Italiana Liberi Editori) allo IAP – Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria, accettando il Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale.