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Più che un "flash mob", un "flash flop": la protesta della minoranza è ridicola

Tutta l'opposizione organizza una manifestazione sotto Palazzo Santa Chiara. Ma la manifestazione dura il tempo di una fotografia...

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Balli di gruppo

Sorridete! Cheese! Flash!

La cifra dell’impegno settimanale dell’opposizione chivassese è tutta qui. 

In una fotografia pubblicata sul giornale "La Nuova Periferia"  di oggi che ritrae tutti i consiglieri di opposizione in un “flash mob”, presumiamo di protesta, nel cortile interno di Palazzo Santa Chiara. 

In posa, da sinistra a destra, Matteo Doria con una mano che ravana nella giacca, Emanuela Tappero con le mani congelate in tasca, Clara Marta che guarda chissà dove, Enzo Falbo con il cappellino, Bruno Prestìa che imita Clara Marta e Claudia Buo l’unica che sorride e guarda l’obiettivo

Eccolo qua il “flash mob” - in effetti il flash sarà scattato - della minoranza di centrodestra più Liberamente Democratici: una manifestazione (manifestazione?) per protestare contro il sindaco e gli assessori che utilizzano il piazzale interno del Comune per la sosta delle loro auto senza averne diritto.

C’è chi per partecipare al “flash mob” ha rinunciato alle commissioni del sabato mattina, chi è sceso da San Raffaele Cimena, chi è tornato addirittura dalla Valle d’Aosta, ecc… ecc… Insomma, ci si è dati da fare.

Tant’è che il flash mob mica si è limitato alla foto. No! La protesta era studiata bene: prima i consiglieri comunali hanno varcato l’ingresso di via Defendente Ferrari, poi si sono posizionati sul lato di via Demetrio Cosola per far vedere che non c’era più spazio per parcheggiare. 

Poi? 

Sorridete! Cheese! Flash!

E ciao. 

Ciascuno se ne è andato per conto proprio. Chi al bar, chi a casa, chi a far la spesa. Ma come, tutto qui?

Almeno avessero ballato due passi di “Jerusalema”!

Niente! 

Manco “YMCA", che pure ci sarebbe stato bene con le auto della polizia municipale sullo sfondo. 

Young man, there's no need to feel down/ I said, young man, pick yourself off the ground”.

Sentite il sound come vi avrebbe risvegliati da quel torpore!

Perché un flash mob, ragazzi, è un flash mob: ci va la musica. Ci va la coreografia. Uno che dia il tempo e gli altri che lo seguono. 

Jerusalema ikhaya lami/ Ngilondoloze”. 

Dai su, l’abbiamo ballata tutti per un’estate intera. Ma è possibile?

Per chi non lo sapesse, e a questo punto sospettiamo che la minoranza consiliare lo ignori, un “flash mob” - leggiamo da Wikipedia - “è un assembramento improvviso di un gruppo di persone in uno spazio pubblico, che si dissolve nel giro di poco tempo, con la finalità comune di mettere in pratica un'azione insolita”.

I più riusciti “flash mob” hanno la musica. Se non quella, almeno uno striscione, un manifesto, un "panino".

Ve lo ricordate l’ex sindaco Libero Ciuffreda che faceva il “panino” il giorno delle primarie del Pd fuori da Palazzo Santa Chiara perché gli era stata negata la tessera del partito? Sì? Bene!

Ecco, ragazzi, quella era una protesta. Un’azione insolita. 

Anche un mimo lo è: mimare il sindaco che parcheggia nel cortile di Palazzo Santa Chiara, ad esempio, poteva essere una variante. 

"Doria davanti e dietro tutti quanti”: bellissimo! 

Pensate al successone! “Brum! Brum!”, tutti in fila indiana, le mani a mimare un volante e ognuno a prendere i pochi posti rimasti liberi nel parcheggio del cortile interno di Palazzo Santa Chiara. Con una parrucca brizzolata ciascuno, poi, sarebbe stato il top.

Che dire: più che un flash mob, quello che abbiamo visto è stata un’autocandidatura per la pagina Facebook “Forze dell'ordine che indicano alla telecamera il luogo del misfatto”.

 

Pazienza, ormai è andata.

C’è tempo per migliorare.

Ricordatevi però che per essere davvero efficaci dopo i balli di gruppo bisognerebbe per lo meno presentare mozioni, interrogazioni, interpellanze, ordini del giorno. 

Insomma, costano fatica. Però dai su, con un po’ di impegno ce la si fa…

Nel mentre, “Jerusalema ikhaya lami/ Ngilondoloze”... 

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