La sfida per la corsa alla presidenza di Confindustria si conferma a due. Carlo Bonomi ha visto certificare dai 'saggi' un vantaggio forte di "un consenso superiore alla maggioranza assoluta" sia nei voti in consiglio generale per la designazione che dei voti in assemblea per la successiva elezione. Licia Mattioli fin da quando è scesa in campo ha dovuto inseguire un rivale che aveva già consolidato una ottima base di consenso, non intende cedere il passo, ha fiducia di poter colmare in dirittura d'arrivo, da qui a due settimane, una distanza che è ampia. La relazione della Commissione di designazione, i cosiddetti 'saggi', Andrea Tomat, Andrea Bolla, e Maria Carmela Colaiacovo, mette nero su bianco un momento di forti tensioni in via dell'Astronomia. E' un documento riservato, rimbalzato in tutte le articolazioni del sistema di rappresentanza degli industriali, e che l'ANSA ha potuto leggere. La querelle gira intorno "all'inopportunità" - sostenuta dai saggi - di proseguire con il confronto elettorale. Spiegano di aver chiesto a Licia Mattioli un passo indietro e che "tale richiesta non è stata accolta". Anzi, viene spiegato, la competitor di Carlo Bonomi ha fatto valere il fatto di "poter disporre del 20% dei voti assembleari" che consente di essere ammessi di diritto al voto a prescindere alle valutazioni dei saggi. E loro commentano: è una richiesta che "sorprende". La commissione accenna anche alle indiscrezioni degli ultimi giorni, a notizie "trasferite alla stampa", "comportamenti" che a giudizio dei probiviri "comportavano l'esclusione dal confronto elettorale" giudicata però inopportuna per evitare "un danno all'immagine", "strumentalizzazioni", il sospetto di "obiettivi di alterazione del risultato finale". La sintesi è poi netta: "La commissione esprime amarezza e disappunto". Sul pressing per un suo passo indietro, legato anche al delicatissimo momento che vive il Paese, Licia Mattioli aveva già chiarito la sua posizione tra le righe di una intervista al Corriere: "Non credo che la risposta alle emergenze vada trovata nella limitazione della dinamica democratica". In pratica: sia il voto a scegliere il prossimo presidente. Tutto parte dal vantaggio di Carlo Bonomi, "consensi che superano il 60%"; "un largo consenso diffuso su tutto il territorio nazionale e tra i principali settori industriali". I saggi sottolineano poi l'opportunità di "unitarietà e convergenza, di rapidità e unanimità", di "lanciare un segnale forte" al Paese in una fase "delicata e impegnativa". A loro giudizio "un passo indietro sarebbe stato fortemente apprezzato".
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