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26 Febbraio 2016 - 10:44
"Il segretario domenica ha detto: volete le riforme? Servono i numeri. Ed io ho sempre difeso il varo di riforme costituzionali o legge elettorale con le maggioranze che erano necessarie, Verdini compreso. Ma la fiducia è un'altra cosa. Qui stiamo parlando di governo, di ingresso in maggioranza...". Lo afferma Matteo Richetti, deputato renziano del Pd, commentando - in un'intervista a La Stampa - il voto dei verdiani alle Unioni civili.
"La fiducia - osserva - è il pieno inserimento in un progetto di governo che presuppone una visione comune di paese e di società" e "a me pare che questo oggettivamente sia troppo".
"Per me quello che ha preso impropriamente il nome di partito della Nazione - prosegue Richetti - avrebbe dovuto essere la naturale trasformazione del Pd nei Democratici: con elettori che avevano fatto opzioni diverse, ma non con ceto politico riciclato". E' possibile un nuovo rimpasto a breve? "Siceramente - risponde - mi è bastato l'ultimo. Perché rappresenta la resa ad un politicismo che non ha nulla a che vedere con le porte spalancate della prima Leopolda". Sulle Unioni civili, secondo Richetti, Renzi alla fine ha vinto la partita "perché fa colmare un altro ritardo enorme all'Italia. Però la gestione è stata disastrosa: fin dall'inizio bisognava pensare ai numeri, partendo da un accordo di maggioranza per poi casomai allargarlo e non viceversa".
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