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21 Agosto 2015 - 19:44
E' un attivista per i diritti umani dei popoli arabi e al tempo stesso un ricercato dall'Interpol per terrorismo, ma solo fuori dai confini della Svizzera dove invece gode dello status di rifugiato politico: l'avvocato algerino Rachid Mesli è stato arrestato dalla polizia italiana al traforo del Gran San Bernardo, in Valle d'Aosta. Nella piccola regione alpina avrebbe dovuto trascorrere un periodo di vacanza con la moglie e il figlio quattordicenne, ma su di lui pendeva un mandato di cattura internazionale spiccato dalle autorità di Algeri. Secondo Amnesty international, in caso di estradizione "rischia di subire altre persecuzioni".
Mesli è recluso nella casa circondariale di Brissogne (Aosta) da mercoledì 19 agosto quando, a bordo della sua auto, è stato fermato dalla polizia di frontiera per un normale controllo dei documenti. A breve, forse già all'inizio della prossima settimana, il presidente della Corte d'Appello di Torino deciderà se liberarlo o disporre una misura cautelare nell'attesa della pronuncia sull'estradizione, per la quale potrebbero occorrere mesi.
Come avvocato, Mesli ha difeso in Algeria i capi storici del Fronte islamico di salvezza. Nel 1996 è stato incarcerato per tre anni con l'accusa di aver "supportato il terrorismo" e nel 2000 è fuggito con la moglie e i tre figli, ottenendo asilo politico in Svizzera. Qui, oltre che membro della sezione elvetica di Amnesty International, nel 2004 è stato tra i co-fondatori di Alkarama, una fondazione che combatte le violazione dei diritti umani nel mondo arabo. Secondo quanto riferisce oggi la stessa Alkarama (di cui Mesli è responsabile legale) il mandato di cattura internazionale riguarda una condanna del 6 aprile del 2002 a 20 anni di prigione per "appartenenza a un gruppo terroristico": è ritenuto colpevole di essere stato in contatto con "terroristi in Algeria" e di aver fatto parte di un "gruppo terroristico che operava al di fuori" del Paese nordafricano.
"Le accuse contro Rachid Mesli sono ridicole", dichiara Mourad Dhina, direttore esecutivo di Alkarama. In base al mandato di arresto, nel 2002 è stato accusato di "fornire informazioni telefoniche ai gruppi terroristici" e di aver tentato di far avere "macchine fotografiche e telefoni" agli stessi gruppi. Non mancano le critiche all'Interpol: citando alcune ong, Dhina l'accusa di "non svolgere seri controlli di validità sui mandati d'arresto, che chiaramente si basano su considerazioni politiche".
"Rachid Mesli è un difensore dei diritti umani, rifugiato politico in Svizzera e cittadino con passaporto francese.
Abbiamo fiducia che la Corte d'Appello di Torino valuterà con estrema attenzione la situazione", ha aggiunto Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia. Le speranze sono motivate dalla conclusione di altre situazioni analoghe: "In passato - sottolinea - le autorità giudiziarie di Germania e Inghilterra lo hanno rilasciato dopo le informazioni fornite da Amnesty". Per questo l'ong sta già scrivendo ai magistrati torinesi.
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