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Devesi accende il Natale, il presepe vivente torna sul sagrato di San Pietro

Quest'anno, i ruoli di Maria e Giuseppe saranno affidati a Rachele Naso e Alex Costantino

Ritorna il presepe vivente, giunto quest'anno alla decima edizione

Foto d'archivio

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La notte della Vigilia, quando il rumore dei preparativi domestici si attenua e l’attesa prende il sopravvento, il Borgo Devesi di Ciriè torna a cambiare volto. Non è una novità, ma ogni anno l’effetto si rinnova: le strade, il sagrato della chiesa, il cortile dell’oratorio diventano teatro di una rappresentazione che mette insieme spiritualità, tradizione e identità collettiva. Il Presepe Vivente, in programma mercoledì 24 dicembre, non è soltanto un evento natalizio, ma un gesto corale che coinvolge associazioni, parrocchia e volontari, capace di raccontare un modo preciso di vivere il Natale.

La cornice è quella del Borgo Devesi Palio della Città di Ciriè, un luogo che già di per sé custodisce memoria e senso di appartenenza. Qui, a partire dalle 22.30 e fino alla mezzanotte, la Vigilia prende forma tra il sagrato della chiesa di San Pietro Apostolo e il cortile dell’oratorio, secondo un percorso che accompagna il pubblico dentro una rievocazione insieme storica e religiosa. L’iniziativa gode del patrocinio della Città di Ciriè e della Città metropolitana di Torino, a sottolineare un valore che va oltre i confini del borgo e parla all’intero territorio.

Il Presepe Vivente di Devesi è ormai un appuntamento riconoscibile, ma la sua storia è recente. Nasce infatti nel 2023 da un’intuizione semplice e insieme potente: riutilizzare i costumi e gli allestimenti del Palio dei Borghi per dare nuova vita a una rappresentazione capace di unire sacro e popolare. Da allora, quella che poteva sembrare una sperimentazione è diventata una tradizione in costruzione, cresciuta grazie al coinvolgimento diretto della comunità devesina.

Quest’anno, Maria e Giuseppe verranno interpretati da Rachele Naso e Alex Costantino. Attorno a loro, lungo il percorso, si snodano le postazioni degli antichi mestieri, che restituiscono al pubblico un’immagine concreta della vita quotidiana di un tempo. Non una scenografia fine a se stessa, ma un racconto fatto di gesti, abiti, strumenti, che dialoga con la narrazione evangelica e la rende più vicina, più comprensibile, più umana.

A dare ritmo e profondità alla rappresentazione è la musica. Le voci del coro parrocchiale e le note della Società Filarmonica Devesina accompagnano i diversi momenti del presepe, creando un tessuto sonoro che lega insieme i quadri della rievocazione. È un elemento tutt’altro che secondario: la musica diventa linguaggio condiviso, capace di attraversare generazioni diverse e di trasformare la semplice visione in un’esperienza partecipata.

Il momento culminante arriva a mezzanotte, quando la rappresentazione lascia spazio alla Santa Messa di Natale. Un passaggio naturale, che riporta il racconto simbolico al suo significato più profondo. Al termine della celebrazione, la serata prosegue con un rinfresco e lo scambio degli auguri, in un clima che mette al centro la convivialità e il senso di comunità, cifra distintiva di questo appuntamento.

La locandina dell’evento, diffusa in questi giorni, restituisce con chiarezza lo spirito dell’iniziativa: il coinvolgimento del Borgo Devesi Palio, della Parrocchia di San Pietro Apostolo, delle associazioni e dell’intera comunità devesina, chiamate a presentare insieme il Presepe Vivente 2025. L’apertura è fissata per le 22.30, con la rappresentazione che entra nel vivo alle 23.15, fino alla celebrazione della Messa di Mezzanotte, come indicato nel materiale ufficiale.

Non manca, come sempre, un piano alternativo. In caso di maltempo, la manifestazione verrà rinviata a domenica 4 gennaio 2026, a conferma della volontà di non rinunciare a un evento che richiede tempo, impegno e una partecipazione ampia per essere vissuto appieno.

In un periodo in cui molte tradizioni rischiano di trasformarsi in appuntamenti di facciata, il Presepe Vivente di Devesi continua invece a distinguersi per la sua autenticità. È il risultato di un lavoro paziente, costruito negli anni, che mette insieme memoria storica, fede e vita associativa. Una notte soltanto, quella della Vigilia, ma sufficiente a ricordare che il Natale, qui, passa ancora attraverso il racconto condiviso di una comunità che sceglie di ritrovarsi.

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