Chironio accende il Natale: dall'8 dicembre oltre 100 presepi in borgata

A Chironio, minuscola borgata della Valle Orco, il Natale non è un rito da calendario ma un’officina di gesti antichi che tornano a vivere. Dal 8 dicembre 2025 al 6 gennaio 2026, tra le case di pietra si moltiplicano presepi costruiti con legno, stoffa, carta e materiali semplici, frutto di una tradizione che la comunità custodisce con tenacia. Vicoli e contrade si accendono alla luce delle lanterne, e la visita può diventare un percorso lento, quasi un ascolto: il paese che si stringe attorno alla sua storia.

L’inaugurazione ufficiale è fissata per sabato 13 dicembre alle 17.30, quando a Chironio arriverà il Vescovo di Ivrea, mons. Daniele Salera, accompagnato dai canti de I Prima Nota. Seguiranno la benedizione dei presepi e una passeggiata tra le viuzze illuminate, un modo per ricordare che certe tradizioni resistono non per nostalgia, ma perché la comunità decide di portarle avanti.

Il programma prosegue il 27 dicembre alle 16.30, con ritrovo alla Chiesa del Cantellino per il Presepe vivente e la fiaccolata tra le installazioni, scandita dal suono degli zampognari. È la giornata che, ogni anno, rimette al centro la partecipazione dei residenti e la capacità di trasformare un piccolo borgo in un racconto collettivo.

Il 6 gennaio arriverà invece la Befana, con dolci sorprese per i bambini e la visita alla Casa della Befana, un angolo che negli anni è diventato quasi un simbolo di questa rassegna. A fianco degli appuntamenti principali, la rassegna segnala anche il presepe in cioccolato realizzato dalla Pasticceria Perotti e le sculture presepiali e i quadri in legno dell’artista Marco Rolando, un dialogo tra artigianato e memoria che impreziosisce il percorso.

Per favorire le visite, nelle giornate del 26, 27, 28 dicembre e 1 e 4 gennaio il Comitato Chironio garantirà un bus navetta da Locana alla borgata, così da permettere a tutti di raggiungere i presepi senza difficoltà. È un gesto semplice ma significativo: aprire un luogo piccolo al passaggio di molti, senza snaturarlo. Perché Chironio, ogni inverno, dimostra che la tradizione può essere condivisa senza diventare spettacolo, e che i presepi – quei piccoli mondi costruiti a mano – restano un modo per riconoscersi come comunità.