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01 Dicembre 2025 - 16:22
La tregua del Natale 1914: a Cirié un pomeriggio per ricordare quando i soldati scelsero l'umanità (immagine di repertorio)
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Data di inizio 13.12.2025 - 16:30
Data di fine 13.12.2025 - 18:00
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A Cirié la memoria torna a chiedere spazio. Sabato 13 dicembre 2025, alle 16.30, il Salone Bossetto della Società Operaia di Cirié ospiterà un incontro dedicato a uno degli episodi più significativi – e meno noti – della Prima guerra mondiale: le fraternizzazioni di Natale 1914, quando migliaia di soldati britannici e tedeschi scelsero spontaneamente una tregua, sospendendo le ostilità e ritrovandosi nelle trincee a scambiarsi strette di mano, cibo, canti e perfino qualche partita di calcio improvvisata. Una pagina che la retorica bellica ha per decenni relegato ai margini, ma che oggi torna a essere letta come un monito sul valore umano della disobbedienza alla violenza.
L’iniziativa, promossa dalla Cooperativa di Consumo Ciriaçese – già Società Operaia di Mutuo Soccorso, insieme alla Sezione ANPI di Cirié, allo SPI–CGIL Lega 24 e al Centro di documentazione “Antonio Labriola”, propone una riflessione su un evento che nel dicembre 1914 attraversò il fronte occidentale in più punti, diventando un simbolo della capacità dei popoli di riconoscersi anche dentro la più feroce delle guerre. Migliaia di uomini, spesso giovanissimi, sospesero il conflitto nonostante gli alti comandi avessero vietato qualsiasi contatto con il nemico. Una scelta collettiva che la storiografia ha ricostruito negli anni grazie a testimonianze, fotografie e articoli pubblicati dalla stampa britannica e tedesca, come quelli del Daily Mirror, alcune delle cui immagini sono riportate anche nella locandina dell’evento.
L’incontro si aprirà con il saluto di Celeste Gemelli, in rappresentanza della Società Operaia di Cirié, e proseguirà con l’intervento di Giuseppe Bonfratello del Centro di documentazione “Antonio Labriola”, realtà da anni impegnata nello studio della storia sociale e dei movimenti popolari. Le letture saranno affidate all’attore e regista Oliviero Corbetta, che porterà sul palco brani e testimonianze legate alle tregue del 1914, restituendone il clima umano e l’impatto emotivo.
Il cuore dell’appuntamento è il valore simbolico di un gesto collettivo che, nella storia della Grande Guerra, resta un unicum. Sul fronte, dove la vita dei soldati era scandita dal gelo, dal fango e da ordini che puntavano a un conflitto breve ma che sarebbe durato quattro anni, la tregua di Natale rappresentò un atto spontaneo di rottura. Fiori, sigarette, fotografie scambiate attraverso il filo spinato, qualche nota di “Stille Nacht” cantata da entrambe le trincee: brevi momenti che sospesero la logica della distruzione e mostrarono la fragilità dell’impianto ideologico che divideva uomini costretti a combattersi.
Il messaggio dell’incontro di Cirié punta proprio su questo: riportare l’attenzione su una pagina di storia poco nota, che non celebra solo un episodio di pace ma invita a interrogarsi sul rapporto tra guerra e propaganda, tra obbedienza e umanità, tra potere e scelte individuali. Le associazioni promotrici parlano di una storia “colma di insegnamenti per il presente”, in un tempo in cui la guerra è tornata a occupare l’orizzonte europeo e mondiale, e in cui la memoria delle lotte popolari per la pace diventa un tassello necessario per leggere il presente.
Il titolo del pomeriggio, “Soldati contro la guerra”, racchiude il significato più ampio dell’iniziativa: non un semplice ricordo storico, ma un gesto civile che rilancia l’idea che la pace non sia un tema per commemorazioni, ma un lavoro quotidiano di consapevolezza. La scelta della Società Operaia di ospitare l’evento rafforza questa dimensione. Il sodalizio, nato nell’Ottocento come luogo di emancipazione, mutualismo e formazione popolare, torna così a essere un punto di riferimento per la riflessione collettiva.
Il pomeriggio del 13 dicembre si propone dunque come un’occasione per ritrovare senso e profondità in una vicenda che, pur appartenendo a un passato lontano, conserva l’attualità di un gesto semplice e rivoluzionario: uomini che, nel mezzo della guerra, riconoscono nell’altro un essere umano.

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