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CORONAVIRUS. L'epidemia rallenta, la tendenza fa sperare

C'è un rallentamento: la crescita nella progressione dei nuovi casi positivi all'epidemia coronavirus sarsCoV2 non mostra, al momento, il segno di una progressione fuori controllo: è una tendenza che lascia sperare nell'efficacia delle misure di contenimento messe in atto finora, anche se è davvero molto presto per trarre conclusioni e la cautela è d'obbligo. I 2.263 casi positivi complessivi resi noti oggi dalla Protezione Civile indicano un aumento di 428 casi in un giorno, ma non è un aumento indice di una crescita incontrollata, ha rilevato il fisico teorico Paolo Castorina, della sezione di Catania dell'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn) e dell'Università di Catania. "Non mi sembra affatto che siamo in una fase esponenziale", ha detto l'esperto all'ANSA. Se così fosse stato le cifre di oggi sarebbero state molto diverse e avrebbero indicato oltre 2.700 casi. Il primo marzo gli oltre 500 casi in più registrati rispetto al giorno precedente "avevano allarmato, ma i nuovi numeri ci dicono che il sistema di contenimento sta funzionando", ha osservato Castorina. Una buona notizia, ma bisogna aspettare e vedere quale sarà l'andamento nei prossimi giorni: "dobbiamo vedere se questo rallentamento si consoliderà. Quello che stiamo osservando ci fa ben sperare, ma la cautela è d'obbligo perché i dati fluttuano". Che non ci sia al momento "nessuna certezza di quale potrà essere l'evoluzione successiva" lo ha detto anche il presidente dell'Istituto Superiore di Sanità, Silvio Brusaferro. "Questa è una settimana importante per capire come si svilupperà la situazione", ha aggiunto. E' infatti "necessario ancora del tempo per capire l'efficacia delle misure adottate" e intanto diventano fondamentali "i comportamenti e la consapevolezza di ciascuno. Attenzione - ha proseguito - a non percepire false sicurezze e ad adottare le raccomandazioni che riguardano il lavaggio delle mani, il rispetto della distanza di un metro, evitare i luoghi affollati e stretti contatti personali, curare l'igiene degli ambienti". Questi comportamenti, ha rilevato Brusaferro, "sono fondamentali per evitare la rapida diffusione dell'infezione". Che a fare la differenza saranno i comportamenti individuali e le misure di contenimento lo ha detto anche il direttore generale dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms), Tedros Adhanom Ghebreyesus. I dati, ha osservato, mostrano un'epidemia che "sta diventando sempre più complessa" e di fronte alla quale "le azioni intraprese oggi dai Paesi appena colpiti faranno la differenza tra una manciata di casi e un cluster più ampio". Nel frattempo non si perde d'occhio l'altro fronte della lotta all'epidemia, ossia la ricerca delle armi capaci di combatterlo, come farmaci antivirali specifici e vaccini: "sono in corso studi clinici su terapie - ha detto il direttore generale dell'Oms - e sono in fase di sviluppo più di 20 vaccini".
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