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Settimo Torinese
25 Ottobre 2024 - 07:00
Tenere alta l’attenzione del pubblico durante una lezione di storia non è una passeggiata. Eppure c’è uno storico che è riuscito a diventare un influencer culturale seguito da migliaia di persone. Parliamo di Alessandro Barbero.
Un vero fiume di persone si è riversato in biblioteca civica Archimede di Settimo Torinese per la sua conferenza, ultimo appuntamento dell'edizione 2024 del Festival della Scienza e dell'innovazione.
Un’edizione, quella 2024, che sulla scia delle precedenti, è riuscita ad attrarre l’attenzione di un pubblico sempre più vasto, che ha seguito con attenzione gli appuntamenti in programma, quasi tutti caratterizzati da sold-out.
Barbero è stato protagonista dell’appuntamento Le frontiere della storia. Il noto professore, a dialogo con il giornalista Alberto Infelise, ha avuto così l’occasione di raccontare il suo lungo percorso professionale, dagli esordi fino ad oggi, che lo ha portato ad essere riconosciuto come uno dei più amati storici italiani.
Barbero ha evidenziato come lo studio della storia sia legato alle dimensioni del gioco e del collezionismo e come andare a cercare le pergamene negli archivi, trovare le fonti, sia come giocare a creare una propria collezione di documenti. Divertimento che, a detta del professore, si manifesta soprattutto con lo studio della storia medievale, così diretta e poco ipocrita rispetto ai giorni nostri.
Barbero con la Sindaca Piastra, l'Assessore Rivoira ed il moderatore Infelise
Ma chi è Alessandro Barbero e qual è il segreto del suo successo?
Professore di storia medievale all’Università del Piemonte Orientale, Barbero ha svolto le sue attività di ricerca parallelamente alla scrittura di romanzi storici. Nel 1996 ha vinto il Premio Strega con il suo primo romanzo Bella vita e guerre altrui di Mr. Pyle, gentiluomo, edito da Mondadori per intercessione di Aldo Busi, e ha raggiunto la popolarità televisiva nel 2007 come ospite di Superquark. Negli ultimi anni, è diventato una star del web grazie alla diffusione delle sue lezioni di storia al Festival della Mente di Sarzana. Da lì in poi è stato un susseguirsi di meme spassosi, podcast, pagine e gruppi sui social network, alcune dai toni goliardici – come Alessandro Barbero noi ti siamo vassalli– e altre – come Alessandro Barbero: la storia – che condividono ogni sua apparizione aumentandone il mito.
Numeri che fanno riflettere
Siamo di fronte a una rara eccezione nel panorama culturale italiano. La popolarità dello storico torinese, infatti, sembra nascere dal puro e semplice passaparola, non è presente su nessuna piattaforma social con un suo profilo ufficiale, contro le normali logiche dello star system, dove gli intellettuali faticano a ritagliarsi uno spazio di ascolto. Tutto è cominciato proprio con i video delle lezioni e delle conferenze tenute da Barbero in giro per l’Italia con quello stile diventato inconfondibile. L’esempio più famoso è una lezione di storia su Camillo Benso di Cavour che ha quasi due milioni di visualizzazioni, ma ricordiamo anche la conferenza in cui spiega gli eventi della seconda guerra mondiale, oppure il suo primo intervento al Festival della Mente del 2012 in cui, a partire da Caterina da Siena, racconta la figura della donna nel Medioevo. Numeri che fanno riflettere considerando che sono di fatto delle lezioni di storia lunghe più di un’ora, spesso registrate in maniera indipendente con una scarsa qualità audio e video e senza l’utilizzo di alcuna forma di pubblicità.
L’umanità di Alessandro Barbero piace a tutti
Eppure, il carisma e le grandi doti comunicative di Barbero sono riusciti a coinvolgere il pubblico: tutti ormai riconoscono il suo modo di gesticolare e il timbro incalzante della sua voce quando ricostruisce gli eventi storici. Nonostante il titolo di professore, Barbero non si mette mai su un piedistallo, anzi, nelle sue lezioni cerca sempre di arrivare insieme al suo pubblico a una conclusione che non ha mai la presunzione di essere definitiva. Alessandro Barbero piace proprio per questo. Perché è umano, e in lui vediamo una curiosità sincera che spinge a far luce sul passato per comprendere meglio il presente. Questo fenomeno rappresenta uno dei grandi vantaggi dei social network e della cultura digitale contemporanea: il mondo della ricerca diventa accessibile e va incontro alle nuove generazioni. E chissà che in futuro nuovi e nuove influencer culturali aiutino a valorizzare le tante realtà che operano in questo settore.
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