SAN SEBASTIANO. Lo strano caso delle mascherine sansebastianesi. Anche San Sebastiano ha avuto le sue mascherine ma a quanto pare è stato un po’ come l’uovo di Pasqua con la sorpresa. In questo momento di crisi per la specie umana i sindaci dei paesi di collina, un po’ ovunque, si son sentiti investiti del ruolo di pastori per le loro comunità smarrite e impaurite: a Casalborgone Cavallero fa un video settimanale che poi pubblica sul sito del comune, fa il punto della situazione, cerca di trasmettere fiducia ai suoi compaesani. Nel comune di Verrua Mauro Castelli, approfittando degli auguri pasquali, ha pubblicato sul sito una lettera con gli aggiornamenti relativi al Covid mentre a Castagneto Borca fa più o meno lo stesso, ogni novità al riguardo del virus viene prontamente pubblicata. A San Sebastiano c’è più silenzio, sia verbale che scritto. Tuttavia l’Amministrazione, seppur meno prodiga di comunicazioni rispetto al circondario, si era impegnata a far arrivare due lotti di mascherine da mille pezzi ciascuno a una settimana di distanza l’uno dall’altro. Il primo giro di distribuzione però ha subito suscitato la perplessità di molti: le mascherine si è rischiato di scambiarle per dei fazzoletti da naso, non ci sono i cordini per legarle ma semplicemente due fessure agli angoli in cui far passare le orecchie. Inoltre sono state consegnate dai consiglieri, a mano e senza involucro. I consiglieri a loro volta non indossavano i dispositivi di protezione individuale. Durante il passaggio qualcuno di loro, forse per prevenire lo sconcerto dei cittadini, ha avvertito che non si era potuto fare di più, che al momento era il massimo che si potesse fare. Al secondo giro, poco prima di Pasqua, le mascherine, uguali alle prime, sono state inserite in un contenitore di nylon trasparente, insieme agli auguri e ad una laconica esortazione a restare a casa. E mentre, sempre dai vicini, stanno arrivando mascherine cosiddette normali, i sansebastianesi restano a casa e nel frattempo aspettano segnali confortanti.
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