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Quei 20.000 ragazzoni armati e il coronavirus

Quei 20.000 ragazzoni armati e il coronavirus

guerra

Scriviamo all’indomani delle ultime misure di sicurezza per contenere il  coronavirus che è ormai diventato pandemia. Uno scenario che sembra promettere un futuro simile a quei film di fantascienza che sino a ieri guardavamo sugli schermi, comodamente seduti in poltrona, e che ora appare reale dietro l’angolo. Siamo sempre stati, sin dai primi giorni, solidali con gli interventi del governo, richiamando soprattutto sul concetto di responsabilità collettiva e individuale. Virtù non sempre presente nel nostro popolo di santi poeti e navigatori. Ammesso che vengano rispettate da tutti le regole di quarantena domiciliare imposte (e che dovremmo auto-imporci con rigore ), matematica, statistica ed algoritmi ci avvisano che, passata l’onda lunga dei contagi, la situazione dovrebbe migliorare. Quando? Due settimane, dicono rassicuranti. Sarà… Vogliamo crederci. Già ci concediamo pensieri più rosei. In fondo gli esseri umani hanno un fondo di ottimismo, altrimenti come potrebbero svegliarsi ogni mattino e guardarsi allo specchio, senza poi correre in massa a buttarsi in mare dalle scogliere artiche, come i lemming? Pensiamo quindi in rosa, scoviamo scampoli di fiducia in questa fase critica della nostra esistenza, imponendoci di ignorare i tanti altri “virus” che hanno costellato gli ultimi decenni della nostra agiata esistenza di occidentali fortunati. Apriamo allora i nostri personali armadi della vergogna (peraltro già stipati) e ammassiamo sugli scaffali quanto può adombrare la nostra serenità. Dunque… il lavoro in caduta libera e la disoccupazione in ascesa; poi quella fastidiosa globalizzazione finanziaria (mica delle buone pratiche, no, solo quella che arricchisce i pochi ricchi della Terra); l’ambiente? non me ne parli, signora mia, che il tempo non è più quello di una volta! La salute? Mancano i medici, e allora ricorriamo al Pronto Soccorso, sempre più affollato… I tagli alla spesa pubblica? Non pensiamoci, via, tutto nello scaffale più alto! La Scuola? Ma vedi in che condizioni campano, ché devono pure portar la carta igienica da casa, sperando che non gli crolli il soffitto in testa. La sicurezza? Che avesse ragione quel ministro con la felpa? Com’è che si chiamava? N’do sta adesso? Forse nel cassetto dei calzini? Toh, guardane uno sporco: sarà lui? Continuiamo a buttar pensieri neri nell’armadio, così poi chiudiamo l’anta e non ci pensiamo più e andremo in vacanza al mare, o in montagna. Però, il mare è troppo affollato, con tutti quei barconi di disperati; meglio i monti, se i ghiacciai non fossero spariti. Dite che è colpa dell’inquinamento? Ma che sciocchezze: lo dicono pure Trump e Bolsonaro, che son tutte fake; io, intanto, signora, mi piazzo un condizionatore per stanza, il riscaldamento a pavimento, e me le faccio in casa, le vacanze! Come? E’ quel che stiamo già facendo? Ma no, aspetti che salga  l’economia e scenda lo spread… poi c’è il petrolio, vero, ma anche queste guerre, quante saranno? La TV non parla d’altro, ma io cambio canale, perché a vedere quei bambini magri e sporchi sto male e mi deprimo. Giù, giù in fondo all’armadio. Dimentichiamo… se non fosse per tutta quella gente che cerca di invaderci: ma dove pensano di andare, che ci rovinano le nostre belle isole, e pure quelle greche. Ma non avevamo fatto un accordo con la Libia, che se li tenesse? Oddio, i soliti guastafeste che ti parlano di carceri e torture… Sarà poi vero? Poi, è tutto così complicato: cosa sarà mai questa Siria? No, non la cantante. Medio Oriente, dicono. Erdogan, e Assad… ma che c’entra allora Putin? Che confusione… Dentro, dentro l’armadio! In tal modo, pian piano, liberiamo la mente. Autocommiserandoci per la nostra temporanea clausura ci prepariamo ad una nuova stagione di ottimismo e movida. Si sa, i tempi di attenzione sono scesi a 5, 10 secondi, e la memoria storica pare non esistere. Verrà quindi il giorno in cui, esaurito l’ultimo nefasto bollettino di vittime del coronavirus, riprenderemo come se nulla fosse. Torneremo ad intasare autostrade, spiagge, piste da sci, gustando spritz, sushi, con gli occhi incollati allo smartphone. L’armadio della vergogna richiuso, il passato è passato, signora mia. E sarà proprio allora che sentiremo risuonar passi cadenzati ed il frastuono di camion, carri armati ed aerei da guerra. Che accade? Stanno arrivando dagli Stati Uniti 20.000 ragazzoni armati, soldati dell’US Army Europe, che assieme agli altri 10.000 già presenti ed ai 7.000 alleati Nato, giocheranno a far la guerra con manovre militari che vedranno il più grande spiegamento di forze USA in Europa dalla fine della guerra fredda. Porteranno con sé 33.000 pezzi d’equipaggiamento militare, compresi i carrarmati Abrams. Si tratta di bestie da 70 tonnellate, per cui dovranno essere ricostruiti ponti, strade e viadotti (e lasciamo stare il ponte Morandi). Per questo l’Unione Europea ha già approvato un primo stanziamento di 30 miliardi di euro, denaro pubblico proveniente dalle nostre tasche. Denaro sottratto alla nostra salute. Senza contare quei 20.000 giovanottoni che sciameranno masticando chewingum e dandosi allegramente il “cinque”. L’avanguardia è già arrivata in Germania: 200 militari che, scesi dall’aereo, stringono le mani delle autorità ed abbracciano i commilitoni senza alcuna mascherina. Vano domandarsi se siano già vaccinati contro il coronavirus. Come potrebbero, se il loro Commander in chief apriva le conferenze con la mascherina sugli occhi anziché su naso e bocca, in una confusione di attacchi alla CIA che avrebbe diffuso il virus (New Yorker dicit)? Naturalmente, sarà necessario semplificare le formalità doganali, onde permettere ai novelli Rambo di vagare senza regole né vaccini (che peraltro non esistono) nei nostri paesi ancora prostrati dalla pandemia. Pensiero folle? No, pura realtà, che se non verrà fermata darà ragione ai più pessimisti. L’essere umano è il più nocivo abitante del pianeta. Toccherà ancora una volta a chi si ostina a credere nel suo riscatto, ad un futuro migliore che non sia soltanto utopia, a voi che leggete, a noi che ne scriviamo, impegnarci nuovamente, e sempre, come fu condannato a fare Sisifo, per portare barlumi di ragionevolezza, speranza e cambiamento concreto, in questo mondo alla deriva. Coraggio, proviamoci ancora.   Mario Beiletti   P.S. I dati sulle “manovre militari” sono stati ripresi da report trasmessici dal Centro Gandhi e da Pierangelo Monti, Presidente del MIR, che diffonderemo tramite e-mail e su fb “Anpi Ivrea e Basso Canavese”, e che vi invitiamo a leggere nella loro interezza.   Ultima notizia: il comando delle forze Usa in Europa ha dichiarato che il coinvolgimento americano nell’esercitazione “Defender-Europe 20”, sarà ridotto: “Le attività associate a questa esercitazione” ha annunciato “saranno adeguate di conseguenza e opereremo in stretta collaborazione con alleati e partner per raggiungere i nostri obiettivi di addestramento con la massima priorità”. Al momento il movimento del personale militare statunitense in Europa, Asia e Medio Oriente si ritrova sotto maggiori restrizioni per contribuire a prevenire la diffusione del virus. Alla buon’ora! E magari cancellarle del tutto, no?   AGGIORNAMENTO 13 MARZO In coda all’articolo di ieri, titolato “Quei 20.000 ragazzoni armati e il coronavirus”, e ai dati forniti dal Centro Gandhi, avevamo aggiunto un post scriptum nel quale si dava notizia che il comando delle forze Usa in Europa, in conseguenza del coronavirus,  aveva dichiarato che il coinvolgimento americano nell’esercitazione “Defender-Europe 20”, sarebbe stato ridotto. Ed infatti: l’Italia non parteciperà all’esercitazione. Ciò, tuttavia, non sposta il problema, perché nelle dichiarazioni del nostro Ministro della Difesa si legge che: “La scelta italiana, a fronte di un’emergenza che altri Stati ancora non realizzano nelle sue reali dimensioni, arriva mentre anche nella Nato si notano alcune scelte prudenziali. Lo Us Army, infatti, ha annunciato che parteciperanno meno militari rispetto ai 20mila previsti (senza indicare numeri) e ogni attività sarà rivista in accordo con gli alleati. Il totale iniziale era 37mila militari Nato, ora saranno meno…” Cioè a dire: i ragazzoni americani non ci saranno tutti, ma comunque quanto basta per infettare altra gente, dato che l’Europa è (appunto) unita e quindi aperta alla circolazione di uomini (alcuni dei militari si sono già ammalati) e merci… Il Ministro, nella sua nota, dichiara di aver ritenuto opportuno mantenere l’apporto delle Forze Armate in Italia, finalizzandolo all’impegno sanitario, “pur sostenendo il valore strategico dell’esercitazione”. Comprendiamo il linguaggio diplomatico, ma ci sfugge “l’alto valore strategico” di un’operazione che si succhierà miliardi che potrebbero essere spesi molto meglio.
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