Djibril ha 25 anni, viene dal Gambia ed è un richiedente asilo. Giovedì mattina, assieme ad Antoine, 27 anni, cittadino del Burkina Faso, pulisce i marciapiedi in via Amendola, fra il campo del Settimo e la ferrovia. Fanno parte di un progetto di volontariato promosso dal Comune, in accordo con la Prefettura. I profughi - o aspiranti tali - tolgono l'erba, portano via le foglie e raccolgono l'immondizia. Almeno finché hanno sacchi in cui metterle (pare che scarseggino, almeno a giudicare da alcuni mucchi di foglie che sono rimasti sul marciapiede, ndr). “Sei giornalista? Noi italiano poco poco – dicono mostrando i loro tesserini di identificazione – Meglio inglese o francese”. Che fate qui? “Siamo qui da sei mesi, viviamo alla “red cross””. Cioè al centro Fenoglio, gestito dalla croce rossa. E perchè pulite? “Perchè? Perchè non abbiamo niente da fare. Solo aspettare la “commission””. La commission è la commissione territoriale, ovvero l'organo che concede – o rifiuta – il diritto di asilo ai migranti. “Qui il problema è la “commission” - prosegue Djibril - Ci vuole troppo, troppo tempo. Un anno e mezzo, due. Tanti di noi preferiscono andare in altri paesi, lì si fa prima. Noi abbiamo deciso di stare qui ad aspettare. Per passare il tempo lavoriamo. Non ci pagano, eh?”. Ma ci sono altri vantaggi? Tipo la possibilità di avere i documenti prima: qualcuno ve l'ha fatto intendere? “Nessuno ci ha detto: fai il volontario e avrai i documenti. No. Noi ci speriamo, ma chi lo sa. Noi speriamo di avere i documenti e poi trovare un lavoro. Però le nostre famiglie sono ancora laggiù”. E la gente che passa che dice? “Sono tutti bravi con noi. La gente di qui arriva, dice “ciao”, “buongiorno”, ci saluta, qualcuno ci parla. Mai avuto problemi”. Perchè siete fuggiti? “In Gambia non c'è la guerra, ma grossi problemi col governo. Per questo sono fuggito. Il problema è che a pochi di noi, danno i documenti (cioè il diritto di asilo, ndr). Su 43, soltanto a tre". (Il Gambia è il più piccolo stato africano. Ciononostante, spiega il sito left.it, è il terzo paese da cui provengono i migranti del Mediterraneo. Da 21 anni è al potere il regime del presidente Yahya Jammeh, che pratica la tortura ed esecuzioni sommarie. In Gambia i diritti umani sono costantemente calpestati e l'Onu ha tentato, senza successo, di aprire un'indagine. Eppure nel 2015 solo al 7% dei migranti gambiani è stato concesso lo status di rifugiato. Il Burkina è uno degli stati più poveri dell'Africa, e anche qui sono numerose le denunce di violazione dei diritti umani. Un mese fa c'è stato un tentativo di colpo di stato ad opera del comandante della guardia presidenziale, poi fallito).
lorenzobernardi@giornalelavoce.it
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