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13 Ottobre 2014 - 16:03
Francesco Furchì
Francesco Furchì avrebbe chiesto a Pietro Altana di violare le caselle di posta elettronica dell'ex procuratore di Torino Gian Carlo Caselli, di sua moglie, del pm Roberto Furlan, dell'avvocato della famiglia Musy, Giampaolo Zancan, dell'ex moglie Angelina Demori, dell'associazione Libera e anche dei suoi stessi legali, Giancarlo Pittelli e Maria Rosaria Ferrara. Lo ha rivelato lo stesso Altana nell'audizione in corso in tribunale.
La richiesta, sostiene il teste, quando erano insieme in carcere a Torino. "Le sue richieste si fecero molto insistenti col passare del tempo - ha sostenuto Altana - perché in precedenza mi aveva fatto un favore". Altana ha sostenuto di essersi rifiutato di violare le e-mail.
Un'altra richiesta che Furchì avrebbe fatto ad Altana, sarebbe stata quella di accedere alla casella di posta dell'associazione Magna Grecia e alla sua e-mail personale e di cancellarne l'intero contenuto, dopo averlo salvato su una chiavetta usb. "Ci sono cose personali che dovrei togliere", si sarebbe giustificato l'imputato con l'ex 007. "Anche in quel caso - ha detto Altana - risposi che si poteva fare ma che sarebbe stato illegale, avrei rischiato dieci anni di carcere".
Tra le altre richieste fatte durante il periodo in carcere ci sarebbe stata quella di compiere prelievi di denaro su conti correnti di terzi. "Se tu metti a disposizione le tue conoscenze e io le mie - avrebbe detto Furchì ad Altana - facciamo un grandissimo business. Ti dico poi io come andare a riciclare i soldi rubati". Altana ha poi riferito che Furchì gli avrebbe fornito contatti con personaggi dell'alta finanza "in grado di riciclare imponenti quantità di quattrini. Personaggi rispettabili, anche avvocati. Mi disse che avrebbe preparato lettere di credenziali in modo che potessi presentarmi in modo adeguato e che loro si mettessero a mia disposizione".
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