L'assenza di un prof a scuola non sfugge di certo: chi non ricorda il chiasso in aula appena il docente si allontanava anche solo per un minuto? Eppure al liceo classico Gioberti di Torino, uno dei più antichi licei italiani e uno dei quattro licei classici della città, oggi si è presentata la Finanza e ai docenti, sconcertati e stupiti, è stato chiesto di mostrare un documento che attestasse la propria identità e di apporre un'ulteriore firma di presenza su un apposito elenco. Al Comando spiegano che si è trattato di "una attività ordinaria prevista e dettata dall'autorità nazionale anticorruzione". I militari, in borghese, hanno controllato i docenti in sala insegnanti, il preside era stato avvisato. Si tratterebbe insomma di "controlli anticorruzione", ovvero verifiche ordinarie che la Guardia di finanza svolge in molti uffici pubblici per contrastare gli assenteisti e controllare che i lavoratori controllati siano al loro posto con tutti i documenti in regola. La mossa però non è affatto piaciuta ai sindacati. "E' un modo - commenta il coordinatore nazionale di Cub Scuola Universita Ricerca, Natale Alfonso - per gettare discredito sui docenti, sul personale Ata e sulla scuola pubblica. Una prova della mancanza di rispetto e fiducia per colleghe e colleghi, e persino nei confronti del dirigente scolastico. In un Paese che si distingue per l'elevatissima evasione fiscale e per la costante violazione delle leggi sulla tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori, le urgenze di cui dovrebbe occuparsi la Guardia di Finanza ci sembrano altre. Un atto del genere è segno di una deriva autoritaria che va combattuta con forza". "Trattare la scuola come una azienda o peggio una caserma, e non come comunità educante, luogo di libertà e di crescita, è un fatto di inaudita gravità che non può essere avallato", tuona anche Ezio Locatelli, segretario provinciale Prc-Se di Torino. In serata interviene il sottosegretario all'Istruzione Peppe De Cristofaro. "Comprendo e condivido l'intento dei controlli antiassenteismo nel comparto della pubblica amministrazione, ma sinceramente li ritengo più che "ridondanti" nella scuola pubblica, e per più di un motivo", osserva. E annuncia che si attiverà nei prossimi giorni per concertare un protocollo di collaborazione tra Miur e GdF in grado di effettuare verifiche simili "con procedure e strumenti alternativi". E dire che solo pochi giorni fa il mondo della scuola esultava perchè il decreto scuola approvato dal Consiglio dei ministri ha previsto, tra l'altro, lo stop di rilevare le impronte ai presidi e al personale tecnico e amministrativo, novità che era stata introdotta dal precedente governo.
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